Morandi alla banca di Fiorano
«Cancellato dall'elenco Intesa»

Benvenuto Morandi per Intesa Sanpaolo non esiste più. Il nome del
direttore del Private banking di Fiorano al Serio ora infatti non risulta nell'elenco dei dipendenti del gruppo torinese.

Benvenuto Morandi per Intesa Sanpaolo non esiste più. Il nome del direttore del Private banking di Fiorano al Serio - sospeso il 1° luglio e sostituito da Michele Bresciani - ora infatti non risulta nell'elenco dei dipendenti del gruppo torinese. Qualche giorno fa figurava, ora non più. Cancellato.

La variazione, sulla intranet consultata abitualmente da chi fa parte del gruppo bancario per contattare le diverse sedi sparse in Italia, non è passata inosservata. E pur non significando per forza dimissioni o licenziamento - né la banca né il legale di Morandi, Angelo Capelli, interpellati su questo confermano -, segna una presa di distanza che dà il polso della delicata situazione profilatasi fin dall'inizio di luglio. Anche ai fini delle responsabilità per i presunti ammanchi lamentati da alcuni clienti del Private e su cui ora la Guardia di finanza sta indagando insieme ai carabinieri, per conto della Procura di Bergamo. Studiando il materiale acquisito dovranno stabilire se questi ammanchi sono reali: dovuti a perdite in conto capitale oppure soldi «spariti».

Fossero operazioni andate male nulla di anomalo, a patto che i clienti avessero in mano report rispondenti al vero. Su questo punto le testimonianze si sprecano e lasciano aperte diverse ipotesi. Dall'imprenditore che, dopo aver premesso di non essere cliente del Private di Fiorano, butta lì «Lo sapevano già che rischiavano» al cliente che ammette: «Avevo da tempo dei dubbi: solo io andavo bene, quando tutto il mercato andava male...».

Fare il nome «Fiorano» in Valle Seriana vuol dire oggi intavolare lunghi discorsi infarciti di nomi a mezz'aria - quelli dei clienti che investendo qui avrebbero perso soldi - e i più diversi retroscena. Come quello sulla bocca di due imprenditori che, in centro a Fiorano, lasciano intendere come la sorpresa di questi ultimi tempi abbia le gambe corte.

«La verità è che qui c'è dentro del gran nero. Quello fatto fino a cinque-sei anni fa, quando i capannoni erano pieni e la crisi non era ancora arrivata». Uno dei due conferma la voce ricorrente, da queste parti, del contante che copioso si riversava nelle banche. «Entravano con borse di plastica piene di soldi, lo garantisco, e gliele affidavano sull'estrema fiducia». I due, all'ingresso di un'attività del centro, si soffermano a ricostruire il caso Fiorano. «La questione è partita da un imprenditore tessile della Valgandino che doveva rifare il capannone - dicono -. Ha chiesto i suoi 800 mila euro, è andato da Morandi che non sapeva più che rispondere. Allora ha fatto stampare l'estratto conto e quei soldi non risultavano». Da lì, l'arrivo degli ispettori di Intesa, la sospensione di Morandi, le prime denunce (quattro in tutto, allo stato), le perquisizioni e l'inchiesta della Procura. Possibile che si trattasse di soldi investiti senza lasciare traccia sui conti correnti? In questo caso non si trascurerebbe il ricorso a fiduciarie, cioè imprese che assumono l'impegno di amministrare i beni per conto terzi, la rappresentanza di titolari di azioni o obbligazioni o l'organizzazione contabile di aziende appartenenti a terzi. Di fatto, conti correnti scudati collegati a un deposito titoli: non intestati, ma riferiti a un numero cifrato (e che hanno un costo elevato).

Tra le ipotesi al vaglio, anche quella di prelievi fatti da conti «dormienti», i cui titolari cioè chiedevano raramente informazioni. Prelievi fatti per ripianare le perdite di altri clienti? «L'impressione è che, raccogliendo diverse testimonianze - racconta il consulente di parecchi clienti di Morandi -, i più vulnerabili fossero quelli che in banca andavano una volta l'anno. Dai loro conti diciamo così, immobili, sarebbero state prelevate somme utili a coprire le perdite di altre situazioni andate male». Sposto e copro, in modo che il cliente (più grosso?) che ha perso soldi in operazioni andate male non scappi. Consegnandogli magari, come emerge anche da chi ha denunciato Morandi, ricevute su carta (magari non originale) e con importi confortanti. Oppure rispondendo loro - come ha raccontato l'artigiana intervistata nei giorni scorsi - che i soldi c'erano, ma erano su altri investimenti. Un quadro tutto da chiarire. E ci vorrà del tempo.

© RIPRODUZIONE RISERVATA