Cronaca / Valle Seriana
Domenica 11 Agosto 2013
Anziano muore al supermercato
Intanto gli acquisti continuano
Il pensionato stava morendo tra gli scaffali, dopo essere stato colto da un malore, ma al supermercato «la vita continuava come se niente fosse». La tragedia si è consumata all'Esselunga di Nembro: vittima Piero Bianchi 77 anni di Fiorano.
Il pensionato stava morendo tra gli scaffali, dopo essere stato colto da un malore, ma al supermercato «la vita continuava come se niente fosse». La tragedia consumatasi ieri mattina all'Esselunga di Nembro - un uomo di 77 anni, Piero Bianchi, di Fiorano, stroncato da un probabile infarto - ha avuto risvolti umani che non sono piaciuti a qualche cliente.
Uno in particolare, Giacomo Ghilardini, s'è indignato a tal punto da scrivere al nostro giornale. «Girando tra gli scaffali - racconta -, mi sono improvvisamente imbattuto, senza che vi fosse alcun segnale, in un uomo morente. Il poveretto giaceva a terra soccorso dai soli volontari del 118. La cosa che più mi ha impressionato è che la vita nel supermercato continuava come se niente fosse, con musichetta di sottofondo e pubblicità varie. La direzione non ha attuato nessun provvedimento che garantisse il rispetto di quel povero uomo, nessuna transenna, nessun avviso che avvertisse i clienti, con il risultato che accanto a questa povera persona, riversa a terra nella zona degli affettati, finivano per trovarsi ignare famiglie con bambini».
«Solo dopo la morte accertata - conclude - sono stati stesi alcuni lenzuoli che nascondevano alla vista la tragedia. Io mi chiedo: ma in che mondo viviamo, se riusciamo ad accettare tutto questo come se niente fosse? Se un direttore di supermercato non sente, in un caso come questo, il dovere di fare qualche cosa che tuteli la dignità della persona morta ma anche dei clienti del supermercato? Che fine hanno fatto la morale, l'etica, la dignità di ognuno di noi?». L'ufficio stampa di Esselunga tiene a precisare che «uno dei primi a intervenire è stato un dipendente del supermercato che è volontario di pronto soccorso». «Abbiamo fatto il possibile - dicono -. C'era da soccorrere il signore, chiamare il 118, capire se quel signore era da solo o accompagnato, rintracciare eventuali familiari. In un momento di concitazione e di panico come quello, l'ultima cosa che ci è venuta in mente è di abbassare la musica».
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