Lizzola, la società: siamo trasparenti
Morandi, a settembre gli interrogatori

Questa l'ultima presa di posizione della società «Sviluppo Turistico Lizzola»: «La trasparenza è sempre stata totale». Su Morandi, avanti con le indagini: dopo l'estate inizierà anche il valzer degli interrogatori.

L'ultima presa di posizione della società «Sviluppo Turistico Lizzola» (Stl) risale a una decina di giorni fa. Faceva riferimento alla relazione presentata al Consiglio comunale con la quale si ripercorreva la storia societaria dal 2001 al 2011 commentando per ogni esercizio sociale gli investimenti fatti, i finanziamenti ricevuti e tutti i passaggi societari, quindi compresi cessione di rifugi, creazione di società e aumenti di capitale. La conclusione? «Ci sentiamo sicuri nel dire che la trasparenza della nostra amministrazione è sempre stata totale».

Da allora la società che gestisce gli impianti sciistici ha scelto la via del silenzio. Aprono? Non aprono? Non è una margherita da sfogliare con leggerezza, visto che in gioco c'è la scommessa turistica di un'intera comunità che, tramite il Comune, detiene il 41% delle quote della Stl. Il resto apparteneva alla Mountain Security Srl di Gianfranco Gamba, che pure sostiene di aver perso dei soldi dal rapporto con Morandi. Sta di fatto che, a metà giugno, l'imprenditore si sbarazza della sua partecipazione, vendendola a Sabrina Semperboni, nel frattempo nominata assessore al Bilancio di Valbondione. Ce n'è abbastanza per trascinare la Stl nella bufera, insieme al primo cittadino.

Ciononostante i vertici della società sciistica dribblano la polemica e scelgono di parlare soltanto della campagna abbonamenti appena partita: «Tutto questo clamore ci sta danneggiando - esordisce l'amministratore Claudio Conti - la gente telefona per sapere cosa succede e gli abbonamenti sono in calo rispetto allo scorso anno. Scriva piuttosto che è partita la prevendita degli stagionali al costo di 129 euro».

Non una parola sulla riunione fantasma con i dipendenti, fissata inizialmente per martedì sera e poi rimandata: «Non dobbiamo rendere conto delle strategie interne all'azienda - spiega - posso solo dire che negli ultimi anni abbiamo investito tanto sulla località e che, alla luce di questa vicenda, la nostra principale preoccupazione è quella garantire il posto di lavoro ai nostri dipendenti, una decina, alle spalle dei quali ci sono altrettante famiglie».

Su Benvenuto Morandi soltanto un accenno: «È una vicenda che riguarda lui e non la partecipazione del Comune nella società impianti. Siamo tranquilli, i dipendenti sono al lavoro e se nevicasse potremmo aprire domani stesso». Nel frattempo proseguono le indagini di carabinieri e Guardia di finanza, coordinate dal pm Maria Cristina Rota. Dopo i blitz dei giorni scorsi, gli inquirenti sono ora impegnati a fondo nello studio delle carte acquisite alla filiale Private della banca Intesa Sanpaolo di Fiorano al Serio e sul materiale informatico sequestrato all'ex direttore (sospeso dal primo luglio) Benvenuto Morandi, iscritto nel registro degli indagati con l'ipotesi di reato di appropriazione indebita aggravata. L'obiettivo è ricostruire ogni movimento di denaro, per capire dove siano finiti i soldi che mancherebbero all'appello dai conti correnti di numerosi clienti. Ancora da quantificare con precisione anche l'entità dei presunti ammanchi. Dopo l'estate è molto probabile che inizierà anche il valzer degli interrogatori: saranno probabilmente sentiti i clienti e il personale della banca, ma anche gli ispettori che l'istituto ha inviato alla filiale di Fiorano per cercare di fare chiarezza su quanto accaduto. Nel frattempo non ci sono state nuove denunce. Il conto per ora è fermo a quattro: due presentate ai carabinieri da altrettanti clienti della banca, una in procura tramite l'avvocato Giuseppe Buonanno per conto di due assistiti, e la quarta dalla stessa Banca Intesa Sanpaolo.

© RIPRODUZIONE RISERVATA