Cronaca / Hinterland
Venerdì 02 Agosto 2013
Adozioni internazionali
Ente di Azzano nella bufera
Autorizzazioni revocate e cancellazione dall'albo degli enti autorizzati a occuparsi di adozioni internazionali. È una vera e propria stangata quella inflitta dalla Cai (Commissione adozioni internazionali) nei confronti dell'Airone Onlus con sede anche ad Azzano.
Autorizzazioni revocate e cancellazione dall'albo degli enti autorizzati a occuparsi di adozioni internazionali. È una vera e propria stangata quella inflitta dalla Cai (Commissione adozioni internazionali) nei confronti dell'Airone Onlus, associazione con sedi ad Azzano San Paolo, Albenga e Pisa, finita nella bufera per il caso delle adozioni-beffa in Kirghizistan.
Già nel mese di febbraio la Commissione, che fa capo alla Presidenza del Consiglio, aveva revocato le autorizzazioni all'Airone, che tuttavia aveva ottenuto dal Tar la sospensione cautelare del provvedimento, da rivedere dal punto di vista della proporzionalità della sanzione rispetto alle contestazioni. Il ricorso è ancora aperto, ma nei giorni scorsi la Cai è tornata sul punto, confermando revoca e cancellazione dall'Albo per l'Airone, concedendo all'ente di occuparsi fino al 30 settembre solo delle pratiche in stato avanzato. Dopodiché, sarà la stessa Commissione a farsi carico degli aspiranti genitori che si erano rivolti all'associazione di Azzano.
Sul caso è anche aperta un'inchiesta penale: lo scorso mese di febbraio la squadra mobile della questura aveva perquisito la sede di Azzano, su mandato della procura di Pisa, a seguito di un esposto presentato da una coppia di aspiranti genitori. La polizia aveva acquisito documentazione relativa ad alcune coppie: 17 in tutta Italia (tre bergamasche) quelle coinvolte nel caso Kirghizistan. Hanno investito economicamente (migliaia di euro) ma soprattutto affettivamente, avendo conosciuto i bambini che avrebbero dovuto adottare, per poi vedersi tolta d'improvviso la possibilità di diventare genitori.
La vicenda assomiglia a un intrigo internazionale. Con un ministro del Kirghizistan processato e assolto e un mediatore Alexander Anghelidi, russo di origine greca, con cittadinanza kirghiza, morto in circostanze assolutamente misteriose.
Leggi di più su L'Eco di venerdì 2 agosto
© RIPRODUZIONE RISERVATA