«Con Rocco se n'è andato
un pezzo di Presolana»

Vilminore si è fermata lunedì pomeriggio 22 luglio per salutare Rocco Belingheri e stringersi con un abbraccio alla moglie Gianfranca e al figlio Alessandro.

Vilminore si è fermata lunedì pomeriggio 22 luglio per salutare Rocco Belingheri e stringersi con un abbraccio alla moglie Gianfranca e al figlio Alessandro. L'uomo, alpinista e guida, sabato scorso è deceduto a causa di una caduta dal tetto di casa, una morte che è apparsa a molti assurda per una persona che sui sentieri di montagna ha affrontato pericoli ben maggiori.

«Ma in questo modo ha raggiunto la vetta più alta - ha sottolineato il parroco don Francesco Sonzogni -. Rocco aveva la stoffa della vera guida: competente, capace di incoraggiare, di fermarsi quando c'era bisogno di riposare. Nelle nostre passeggiate si era conquistato la mia fiducia, non era solo una guida, era un compagno di viaggio». E questa volta sono gli amici del Cai (sono presenti il presidente Piermario Marcolin e l'ex Paolo Valoti) e del Soccorso alpino e speleologico ad accompagnare l'alpinista per l'ultimo saluto: portano in spalla dalla casa alla chiesa la bara su cui è deposto un mazzo di rose rosse e fiori bianchi.

Don Cinto Panfilo, nativo di Vilminore, ha raccontato di una gita in cui Belingheri aveva accompagnato un suo gruppo di ragazzi di Brescia; in quell'occasione il sacerdote gli aveva «consegnato» una preghiera con cui affidare al Signore le persone che guidava in montagna: «Da allora la fece sua. Rocco offre ai giovani un messaggio: in montagna si fa fatica e per questo ci vuole allenamento, ma la vita deve essere vissuta anche in modo gioioso, come ha fatto lui».

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