Cronaca
Giovedì 18 Luglio 2013
Frode e cattiva conservazione
Sequestrato pesce in Bergamasca
La Guardia costiera e le Asl competenti hanno operato nelle ultime due settimane in aziende alimentari e piattaforme dell'interland milanese e bergamasco sequestrando grossi quantitativi di pesce: frode in commercio e cattiva conservazione.
La Guardia costiera di Venezia e quella di Genova hanno sequestrato alcuni esemplari di tonno rosso, 2 quintali e mezzo di pesce spada, alcuni quintali di squalo smeriglio e una tonnellata di pesce vario. Il sequestro è stato fatto nell'ambito del contrasto della commercializzazione illegale di prodotti ittici.
I militari della guardia costiera, coordinati dai rispettivi centri di controllo area pesca, hanno operato nelle ultime due settimane, in collaborazione con i servizi veterinari delle Asl di Bergamo e Milano, in aziende alimentari e piattaforme dell'interland milanese e bergamasco.
L'ispezione si è conclusa con il sequestro amministrativo di alcuni esemplari di tonno rosso, provenienti da circuiti di pesca illegale, e catturati fuori dalle quote previste dalla Comunita europea. Sono stati inoltre posti sotto sequestro 2 quintali e mezzo di pesce spada, alcuni quintali di squalo smeriglio, di una tonnellata di pesce vario, per violazione delle norme sulla etichettatura e tracciabilità.
Un grosso quantitativo di prodotti ittici (10 tonnellate circa di polpi) è stato inolte posto sotto sequestro penale per frode in commercio, essendo stato rinvenuto con etichettatura risalente a prodotti provenienti dal Mediterraneo mentre si trattava invece di prodotto pescato in area indopacifica.
Sono state comminate sanzioni amministrative per un totale di 136.500 euro mentre due titolari di esercizi commerciali di distribuzione sono stati segnalati all'autorita giudiziaria per frode in commercio e per commercio di prodotti alimentari in stato di alterazione e cattiva conservazione.
Viene tenuto il più stretto riserbo sul nome delle aziende coinvolte nella nostra provincia, si sa però che si tratta di tre grossisti che operano nell'hinterland di Bergamo. Uno di questi grossisti, quello delle 10 tonnellate di polpi, è risultato comunque in buona fede sul versante frode perché non sapeva che la provenienza dei prodotti ittici era stata falsificata. Nella stessa ditta è stata rinvenuti peraltro prodotti in cattivo stato di conservazione.
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