Gandino, le indennità aumentate?
La maggioranza: «Barzelletta!»

È polemica fra maggioranza e minoranza del comune di Gandino, sul supposto aumento delle indennità di carica al sindaco Elio Castelli, a capo di una lista civica, e ai suoi tre assessori. Il «j'accuse» è stato della capogruppo di minoranza, Pierina Bonomi.

È polemica fra maggioranza e minoranza del comune di Gandino, riguardo il supposto aumento delle indennità di carica al sindaco Elio Castelli, a capo di una lista civica, e ai suoi tre assessori. Il «j'accuse» della capogruppo di minoranza, Pierina Bonomi della lista «Uniti si cambia-Lega Nord», era stato appena accennato nel consiglio comunale del 24 giugno e successivamente articolato in un intervento su un periodico locale.

«Un aumento in periodo come questo - ha dichiarato Bonomi - dove la gente fatica ad arrivare alla fine del mese, si poteva davvero evitare, 5.000 euro potevano e dovevano essere usati per altro. È vero, l'aumento è legittimo, tutto il percorso è stato fatto rispettando le regole, ma si poteva anche decidere di non aumentarsi le indennità».

Affermazioni che non sono per nulla piaciute al gruppo di maggioranza Insieme per Gandino, Barzizza e Cirano, che in paese ha affisso un manifesto che titola a caratteri cubitali «L'ultima barzelletta di…Pierina». Ad un accenno ironico al fatto che «il primo pallido sole ha già dato i propri frutti», segue una dettagliata replica con dati e delibere.

«Chi afferma che il Comune avrebbe deciso di aumentare le indennità degli amministratori - si legge - sa di mentire, essendo ben a conoscenza dei fatti e delle norme (Pierina Bonomi è responsabile del settore amministrativo contabile nel vicino comune di Leffe, ndr)».

Le indennità degli amministratori sono stabilite da un Decreto Ministeriale del 2000, cui si applica una riduzione del 10% imposta dalla finanziaria del 2006 e una riduzione di legge del 50% per i lavoratori dipendenti non in aspettativa.

«Questo comporterebbe per il comune di Gandino - scrive la maggioranza - un impegno pari a 60.490 euro all'anno. Nel 2012 gli amministratori hanno rinunciato senza dir niente a nessuno: semplicemente hanno dato ordine agli uffici di tagliare i mandati di pagamento. Quest'anno lo hanno rifatto e lo hanno messo anche nero su bianco con la delibera di Giunta numero 41 del 30 maggio. In questo modo l'onere per il bilancio comunale, per le indennità (al lordo della tassazione Irpef) del sindaco e dei tre assessori, sarà pari a 38.109 euro. Con un risparmio di 22.381 euro per l'anno 2013 (pari al 43%)».

Resta il fatto dei 5.000 euro di maggior spesa lamentato dalla minoranza leghista, desumibile dalla comporazione delle voci di bilancio 2012 e 2013. «I 5.000 euro sbandierati – è la replica conclusiva della maggioranza - derivano solo e soltanto dal fatto che un assessore lo scorso anno ha perso il lavoro come dipendente». La circostanza fa quindi venir meno la riduzione di legge per i lavoratori: oltre al danno… la beffa.

© RIPRODUZIONE RISERVATA