Viaggio sulle Orobie, ultima tappa
L'avventura diventerà un film

Ore 7,30. Cima del Redorta. Un gruppo di alpinisti tocca i 3.038 metri della seconda vetta delle Orobie. Settecentocinquanta metri più in basso altri appassionati di montagna li osservano dal rifugio Brunone salutandoli con l'ennesimo concerto dello scozzese Martin Mayes.

Durante i tre giorni precedenti sono state proprio le note del suo corno a scandire le tante tappe dell'itinerario affrontato assieme agli altri dieci compagni di viaggio. E quest'ultima è, forse, l'immagine più bella.

Perché non c'è una montagna fatta di pareti e scalate opposta a un'altra di rifugi ed escursioni. Sono solo due facce della stessa medaglia che proprio domenica hanno ritrovato un equilibrio perfetto.

L'ultima giornata dell'iniziativa promossa dalla rivista Orobie in collaborazione con il Cai e con il contributo di Italcementi Group e Fondazione Credito bergamasco - «In viaggio sulle Orobie» appunto - è coincisa infatti con la salita del Redorta e di altre cinque vette della stessa catena da parte della sezione del Cai di Bergamo in collaborazione con quelle di Clusone, Lovere e Piazza Brembana: Corno Stella, Gleno, Presolana, Coca e pizzo del Diavolo.

«La concomitanza di questo evento celebrativo con l'iniziativa promossa lungo il sentiero 302 – ha commentato il presidente dell'Unione bergamasca Cai Paolo Valoti che dopo aver guidato la «spedizione» ha salito ieri il Redorta – è davvero felice». Ora l'avventura diventerà un film.

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