Cronaca
Giovedì 11 Luglio 2013
Ok sofferto al piano faunistico
Ed è bufera nel centrodestra
Alla fine il sì arriva, a larga maggioranza: il piano faunistico venatorio della Provincia, dopo quattro sedute e lunghi giorni di confronti e tensioni, è approvato. A votare contro è solo il Pd, per il resto l'aula è tutta una luce verde. Tutto liscio, dunque?
Alla fine il sì arriva, a larga maggioranza: il piano faunistico venatorio della Provincia, dopo quattro sedute e lunghi giorni di confronti e tensioni, è approvato. A votare contro è solo il Pd, per il resto l'aula è tutta una luce verde. Tutto liscio, dunque?
Proprio no. Perché il documento passa solo dopo alcune modifiche (su cui peraltro c'era il no dei tecnici) che creano grattacapi di vario genere. Politici, perché la maggioranza va in ordine sparso, oltretutto con Giunta e consiglieri visibilmente in contrapposizione.
Ma anche operativi, come da lettura finale del presidente Ettore Pirovano, secondo il quale il piano è stato «stravolto» mettendone a serio rischio la tenuta di fronte a eventuali ricorsi. Insomma, le fratture sull'argomento sono tutt'altro che ricomposte.
Lo dimostra l'intervento durissimo di Matteo Oriani, che a nome del Pdl conferma la fiducia al capogruppo Giuseppe Bettera (che aveva messo sul piatto le dimissioni in seguito alla confusione sul maxi-emendamento di lunedì), e poi spara a zero: «Il percorso è stato segnato da molti errori, politici e tecnici – dice –. Il Pdl non volterà pagina facilmente, facendo finta di nulla. Chi è responsabile di quello che è successo negli ultimi dieci giorni può fare solo una cosa: assumersene la responsabilità». Insomma, non proprio pace fatta.
Ma torniamo al piano: nel balletto, che durava ormai da quattro sedute, su emendamenti proposti, ritirati, modificati, alla fine ne restano quattro, di cui tre nuovi di zecca. Il primo, per ridurre l'oasi di protezione di Brumano, viene illustrato dal leghista Matteo Malighetti e bocciato.
Ma già da questo voto si intuisce il formarsi di un più corposo asse trasversale pro-caccia, che include parte di Lega e Pdl e parte delle minoranze, che porterà agli esiti successivi. Che si vedono su altri due emendamenti, presentati sempre da Malighetti, sulle rotte di migrazione: per alcune si chiede di vietare solo di sparare agli uccelli migratori, consentendo le altre forme di caccia. Per altre, di rivedere i confini.
Due modifiche che, va detto, sono la riproposizione - con qualche stralcio - di emendamenti simili presentati (e bocciati) nelle scorse sedute. E infatti i funzionari confermano il no. Ma qualcosa in aula è cambiato: Oriani mette sul tavolo i pareri (positivi) chiesti a due legali esperti di questi argomenti.
Il Pd si sfila: «Ci aspettavamo che, dopo il dibattito di questi giorni, all'inizio della seduta ci venisse presentata una linea chiara. Così non è», dice Matteo Rossi, annunciando che il gruppo non parteciperà al voto. Finisce così con la vittoria delle modifiche, grazie a un fronte trasversale che vede però il centrodestra spaccarsi completamente tra favorevoli, contrari (Pirovano incluso) e astenuti.
Un terzo emendamento, versione riveduta e corretta di quello «maxi» che lunedì aveva mandato in tilt la maggioranza, passa invece con voto unanime (Pd sempre fuori dai giochi), con anche un giudizio complessivamente favorevole dei tecnici. Tocca al piano che, ormai è chiaro, passerà.
Leggi le due pagine dedicate all'argomento su L'Eco di giovedì 11 luglio
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