Cronaca / Bergamo Città
Martedì 09 Luglio 2013
Fumo elettronico e maxi tassa
È polemica: cosa ne pensi?
Le sigarette elettroniche hanno drasticamente ridotto il consumo di quelle tradizionali. Invece che gioire per i benefici sulla salute pubblica lo Stato ha deciso di rifarsi con una maxitassa di quasi il 60%. Protestano i commercianti. Sei d'accordo?
Le sigarette elettroniche hanno drasticamente ridotto il consumo di quelle tradizionali. Invece che gioire per i benefici sulla salute pubblica lo Stato ha deciso di rifarsi con una maxitassa di quasi il 60%. Protestano i commercianti.
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"Non siamo fumo": è lo slogan della manifestazione organizzata davanti a Montecitorio dall'Associazione nazionale fumo elettronico (ANaFE). Vari i cartelli esposti dai manifestanti, che protestano contro la tassazione sulle sigarette elettroniche: "Ve siete fumati er cervello", si legge in uno dei più evidenti, esposto sotto tante bandiere blu al vento.
"La tassazione a cui stanno pensando - spiega uno dei manifestanti - equipara le sigarette elettroniche a quelle sigarette tradizionali. Ma le e-cig non sono tabacco, fanno meno male e faranno risparmiare allo Stato in termini di spesa sanitaria in prospettiva".
Ma il problema, spiegano in piazza, è che in Italia in poco più di un anno è nato un mondo di 3.000 imprese e 5.000 persone che hanno investito nella sigaretta elettronica. "Io ci ho speso la mia liquidazione da licenziato", racconta il proprietario di un negozio di Latina".
La maxi tassa del 58,5% sulle sigarette elettroniche, che vengono così equiparate alle tradizionali bionde, è una delle misure decise dal governo per decreto il 26 giugno scorso per bloccare l'aumento Iva dal 21 al 22% fino a ottobre. Nel provvedimento è stabilito anche che le e-cig potranno essere vendute solo dai tabaccai.
L'imposta di consumo del 58,5% sarà in vigore dal primo gennaio 2014 e sarà applicata sui "prodotti contenenti nicotina o altre sostanze idonei a sostituire il consumo dei tabacchi lavorati nonchè i dispositivi meccanici ed elettronici, comprese le parti di ricambio, che ne consentono il consumo", quindi - per assurdo - anche cavi usb e batterie. A vendere questi prodotti saranno i tabaccai: il che significa la chiusura dei negozi recentemente aperti.
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