Acido nell'acqua della moglie
«Non era letale». Scarcerato

L'acido muriatico messo nel bicchiere della moglie non era in quantità sufficiente per poter essere letale. La consulenza tecnica non ha lasciato spazio a dubbi. Il 67enne di Dalmine, pensionato, finito in carcere il 30 marzo, non ha tenato l'uxoricidio. Scarcerato.

L'acido muriatico non era in quantità e concentrazione sufficiente per poter essere letale. La consulenza tecnica disposta nelle scorse settimane dal pubblico ministero Carmen Pugliese non ha lasciato spazio a dubbi.

Il 67enne di Dalmine, pensionato, finito in carcere il 30 marzo, sabato di Pasqua, con l'accusa di aver tentato di uccidere la moglie con una bottiglietta di acqua avvelenata, in realtà non lo ha fatto.

O meglio, secondo gli esami chimici dell'acqua sequestrata, pur mettendo acido muriatico nell'acqua della moglie, ne avrebbe messo talmente poco da escludere la possibilità di poterla uccidere.

L'immediata conseguenza del risultato della consulenza è stata la scarcerazione del sessantasettenne: nei giorni scorsi è stato lo stesso pm Pugliese a chiedere al giudice per le indagini preliminari Raffaella Mascarino di revocare la misura cautelare per tentato omicidio nei confronti dell'uomo: di fatto quel reato - sia pure ancora formalmente contestato - non sussiste sulla base della relazione del consulente dell'accusa, e quindi la detenzione non è più giustificata.

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