«Michele come Puppo?»
Sparì dopo il viaggio in Brasile
«Deve venire fuori anche la verità su mio figlio» Lo chiede Clara Ambrosio, mamma di Michele Maggiore, che nel 2008 si era recato in Brasile. Ad accompagnarlo all'aeroporto era stato Fabio Bertola, uno dei tre arrestati come mandanti dell'omicidio di Roberto Puppo.
«Deve venire fuori anche la verità su mio figlio. Non ce la faccio più a vivere nell'incertezza ». Sono parole disperate quelle di Clara Ambrosio, mamma di Michele Maggiore, imbianchino di 34 anni di Verdellino che nel 2008 si è recato in Brasile per lavoro. Da allora non ha più dato notizie di sé. Il suo nome si trova anche nella voce «Scomparsi» del sito web di «Chi l'ha visto?». Il 26 maggio del 2008 quando, ventinovenne, è partito da casa, ad accompagnarlo all'aeroporto era stato Fabio Bertola, uno dei tre arrestati ieri come mandanti dell'omicidio di Roberto Puppo.
Intervista da L'Eco (la versione integrale sul quotidiano oggi in edicola), la donna ha aggiunto: «Mio figlio, prima di partire, mi aveva detto che andava a fare un lavoro di tre mesi in Brasile che proprio Bertola gli aveva procurato. Da allora non l'ho più sentito. E ora vengo a sapere che Bertola è stato arrestato perché avrebbe commissionato l'omicidio di un uomo ucciso proprio in Brasile».
LA VICENDA
Michele Maggiore, imbianchino all'epoca ventinovenne, ha lasciato la casa dove abitava a Verdellino con i genitori – la madre Clara Ambrosio e il padre Francesco – il 26 maggio del 2008. La mattina di quel giorno di cinque anni fa si è recato all'aeroporto per prendere un aereo con destinazione Brasile, nello Stato di San Paolo. Il motivo del viaggio sembra che fosse lavorativo: alla madre il giovane aveva detto di aver trovato un lavoro di tre mesi, che consisteva nella partecipazione alla costruzione di una scuola nella città di Natal. Le ultime sue notizie alla sua famiglia Michele Maggiore le ha date qualche ora dopo la partenza. Nel viaggio con direzione Brasile ha fatto scalo all'aeroporto di Madrid: da qui ha mandato un sms alla madre dicendole di non preoccuparsi e che il giorno successivo sarebbe arrivato a destinazione. Da quel momento, però, di lui nessuno ha più saputo nulla.
© RIPRODUZIONE RISERVATA