Cronaca / Bergamo Città
Lunedì 27 Maggio 2013
Perde il naso sull'Everest
ricostruito al «Papa Giovanni»
Doppio intervento ricostruttivo all'ospedale di Bergamo. Venerdì al Papa Giovanni XXIII il chirurgo plastico tedesco Helmut Fischer ha ricostruito parte del naso a due pazienti che l'avevano perso sull'Everest per ipotermia.
Doppio intervento ricostruttivo all'ospedale di Bergamo grazie a un metodo messo a punto oltre duemila anni fa in India e innovato dalla moderna tecnologia medica. Venerdì al Papa Giovanni XXIII il chirurgo plastico tedesco Helmut Fischer ha ricostruito parte del naso a due pazienti che l'avevano perso.
Il medico, del dipartimento di Chirurgia facciale del Meridien Hospital di Stoccarda, è stato ospitato dall'ospedale cittadino in occasione della giornata dedicata alla «Ricostruzione di difetti nasali in seguito a resezioni oncologiche e traumi» che si è tenuta nel reparto di Chirurgia plastica del primario Enrico Robotti e dell'assistente Pier Paolo Bonfirraro. La collaborazione tra i due centri nasce dal comune interesse per la ricostruzione del viso dopo traumi o asportazione di tumori cutanei, settore nel quale Bergamo con oltre quattromila testi, vanta la maggior casistica mai pubblicata in letteratura specialistica.
Il primo paziente trattato è stato un alpinista milanese di 70 anni: «Era in buone condizioni generali – spiega Fischer – e ha potuto sopportare l'intervento di quattro ore». L'uomo, una decina di anni fa, rimase intrappolato per due giorni sull'Everest, riportando l'amputazione della parte finale del naso per ipotermia. «Per prima cosa – spiega il medico tedesco – abbiamo costruito l'impalcatura del naso attraverso l'asportazione di una costola e di cartilagine dall'orecchio. Poi abbiamo rivestito il naso con un lembo di pelle preso dalla fronte, a cui rimarrà collegato alcune settimane per ragioni di vascolarizzazione».
È questo il metodo «preso in prestito» dall'India, «dove era utilizzato già sessant'anni prima di Cristo – svela Fischer –; ora è stato affinato grazie all'alta tecnologia. Alla base c'è il concetto del cordone ombelicale che passa la vita dalla madre al figlio. Questo peduncolo tra fronte e naso garantisce il passaggio del sangue e consente ai tessuti di restare vivi. Dopo alcune settimane potrà essere staccato, proprio come un cordone ombelicale». Il secondo intervento, ancora più complesso, ha riguardato una trentacinquenne bergamasca che, a seguito di un tumore cutaneo, riportava delle lesioni al naso.
«Abbiamo operato per oltre sei ore – aggiunge il chirurgo tedesco – perché la paziente riportava delle cicatrici che è stato necessario ripulire».
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