Cronaca / Bergamo Città
Venerdì 24 Maggio 2013
Crollo in via San Tomaso:
chiesta condanna per l'ingegnere
Disastro colposo è il reato per il quale si procede in merito al crollo che nel dicembre del 2011 aveva danneggiato una palazzina di via San Tomaso, con quattro famiglie che erano state sfollate. Il pm ha chiesto la condanna a un anno e 4 mesi per il direttore dei lavori.
Disastro colposo è il reato per il quale si procede in merito al crollo che nel dicembre del 2011 aveva danneggiato una palazzina di via San Tomaso, con quattro famiglie che erano state sfollate. Giovedì 23 maggio, durante l'udienza preliminare davanti al gup Ezia Maccora, il pm Monia Di Marco ha chiesto la condanna a un anno e 4 mesi con pena sospesa per il direttore dei lavori Francesco Catalfamo (che ha scelto l'abbreviato) e il rinvio a giudizio per il direttore del cantiere Enea Cereser e il capo cantiere Moreno Piacentini (che non hanno optato per riti alternativi), entrambi della impresa edile «Paolo Beltrami spa» di Paderno Ponchielli, in provincia di Cremona.
La ditta sta eseguendo i lavori al Collegio Baroni, per conto dell'Università di Bergamo, un progetto che prevede lo sbancamento della collina ai piedi del palazzo di via Pignolo 123 e la costruzione ex novo di tre piani a gradoni con vetrate in cui troverà posto un auditorium da 400 posti, la biblioteca, aule studio e un parcheggio di 30 posti riservati al personale dell'ateneo.
È durante questi lavori che s'era registrato il crollo in una palazzina al civico 38 di via San Tomaso. Alle 19 del 18 dicembre il pavimento dell'appartamento di Renato Maver era sprofondato nel garage sottostante. A cedere, la parete del box al piano terra che confina col cantiere dell'Università. Crollando, la parete aveva trascinato con sé la volta che sorreggeva il garage, proprio sotto il salotto di casa Maver. Crepe erano state rilevate dai vigili del fuoco anche in altri tre appartamenti, anch'essi dichiarati inagibili. Quattro famiglie erano state sfollate e avevano dovuto sistemarsi per settimane da parenti e amici. Ora queste famiglie si sono costituite parte civile al processo.
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