Il bambino siciliano ucciso
salva un piccolo di quattro anni

La mamma del piccolo di 7 anni ferito venerdì nella casa di Misilmeri, in provincia di Palermo, con un colpo di pistola dal padre poliziotto che poi si è tolto la vita, non ha esitato un attimo nell'acconsentire al prelievo degli organi del suo bimbo.

La mamma del piccolo di 7 anni ferito venerdì nella casa di Misilmeri, in provincia di Palermo, con un colpo di pistola dal padre poliziotto che poi si è tolto la vita, non ha esitato un attimo nell'acconsentire al prelievo degli organi del suo bimbo: il ragazzino, dopo il dramma, era stato sottoposto a un delicatissimo intervento alla testa effettuato dai medici dell'Unità operativa di Neurochirurgia dell'ospedale di Palermo e nelle prime ore di sabato gli specialisti ne avevano purtroppo dichiarato la morte cerebrale.

Domenica 19 maggio il fegato del piccolo siciliano ha ridato una speranza di vita a un bimbo figlio di una coppia straniera, che risiede da molti anni in Lombardia: l'espianto dell'organo e il trapianto è stato effettuato dagli specialisti del Papa Giovanni XXIII di Bergamo; l'intervento si è concluso con successo e il bimbo, che ha 4 anni, è attualmente ricoverato nel reparto di terapia intensiva pediatrica.

«Il mio angioletto salverà molte vite», sono state queste le parole della mamma del piccolo siciliano dopo aver acconsentito all'espianto degli organi. Il fegato ha dato speranza al bimbo di 4 anni trapiantato a Bergamo: il piccolo era in lista per un trapianto di fegato a causa di una neoplasia, e pur essendo in attesa di un organo da meno di 3 settimane era urgente, perché in questi casi il trapianto è solo uno degli step del protocollo terapeutico da seguire, e deve essere eseguito entro un mese dalla fine della chemioterapia.

L'intervento di trapianto è iniziato alle 6,30 di domenica e terminato attorno alle 12: il prelievo, iniziato nella notte tra sabato e domenica, è stato eseguito a Palermo dai chirurghi Domenico Pinelli e Marco Platto, mentre il trapianto a Bergamo è stato eseguito da Michele Colledan e Michela Guizzetti.

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