Cronaca / Valle Seriana
Lunedì 20 Maggio 2013
«Valter, sei una roccia. Puoi farcela»
Leffe stretta intorno allo scialpinista
«Valter è forte, ce la può fare. Ce la deve fare...». A poco più di 24 ore dalla disgrazia accaduta sabato a quattro scialpinisti del Cai di Leffe nella zona dell'Adamello, c'è grande apprensione per le condizioni di Valter Bertocchi.
«Valter è forte, ce la può fare. Ce la deve fare...». A poco più di 24 ore dalla disgrazia accaduta sabato a quattro scialpinisti del Cai di Leffe nella zona dell'Adamello, nel paese della Val Gandino c'è grande apprensione per le condizioni di Valter Bertocchi, 50 anni, il più grave dei quattro escursionisti, ricoverato in condizioni critiche agli Spedali Civili di Brescia.
A Leffe tutti conoscono Valter per la passione generosa e cordiale. Tanti chiedono e vogliono sapere, ma al tempo stesso proteggono con affetto e riserbo i familiari, la moglie Barbara e i figli. Valter è vicepresidente della locale sottosezione Cai, nella quale ha seguito le orme di papà Giulio.
Lo scorso anno ha passato la presidenza a Rosaria Crudeli, rimanendo una colonna insostituibile del gruppo. «Una roccia - dicono alcuni - e su questo fondiamo la speranza di poterlo presto riabbracciare». Poche le informazioni trapelate, tenendo conto dei necessari tempi di valutazione propri di questi casi. La Tac effettuata l'altra sera escluderebbe ematomi o danni cerebrali.
Troppo presto per avere un quadro preciso, al punto che la giornata è trascorsa nell'attesa, come ha confermato la moglie con un breve sms, preferendo evitare il contatto con i cronisti. Dopo la valanga, Gianmosè Scandella di Onore e Costante Stefanetti di Cazzano erano riusciti a riemergere immediatamente dalla massa nevosa, trovandosi leggermente discosti dal fronte principale.
Hanno subito dato l'allarme, facendo giungere sul posto tre elicotteri del Soccorso alpino. Valter Bertocchi è stato estratto dopo circa un quarto d'ora: era sepolto sotto un metro e mezzo di neve, in arresto cardiaco e in stato di ipotermia. Immediatamente intubato, secondo i primi racconti era in posizione accovacciata e questo potrebbe aver influito sulle possibilità respiratorie. Più «fortunato» Riccardo Mologni, il quarto escursionista, estratto dalla neve dopo quasi un'ora grazie all'ausilio di sonde e pale e ricoverato a Trento in gravi condizioni, ma non in pericolo di vita.
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