Progetti per le nuove energie
Sono pronti, ma senza soldi

Approvati dalla Commissione europea, ma dall'Europa, finora, nemmeno un euro per farli partire. Eppure, qualcuno si sta realizzando ugualmente, autofinanziandosi. Parliamo dei Piani per l'energia sostenibile, i cosiddetti Seap.

Approvati dalla Commissione europea, ma dall'Europa, finora, nemmeno un euro per farli partire. Eppure, qualcuno si sta realizzando ugualmente, autofinanziandosi. Parliamo dei Piani per l'energia sostenibile, i cosiddetti Seap che, redatti da 214 su 244 Comuni bergamaschi tra il 2010 e il 2011, hanno già avuto da tempo, o solo ora stanno ricevendo, l'ok dall'Europa.

Vi ricordate, esattamente tre anni fa, a inizio maggio 2010, la «calata» dei Comuni orobici a Bruxelles per firmare il famoso «patto dei sindaci» (Covenant of major) per l'ambiente? Caduto nel dimenticatoio? Non proprio. Rispetto alle previsioni iniziali i tempi si sono allungati ma i piani realizzati dalle singole amministrazioni comunali, con date e modalità diverse, sono pronti da tempo.

Obiettivo del progetto europeo, per il 2020, è quello di abbattere le emissioni di anidride carbonica al ritmo del «20-20-20»: ovvero la riduzione del consumo energetico del 20%, la riduzione di Co2 del 20% e la produzione di energia da fonti rinnovabili sempre del 20%.

I primi a partire furono i Comuni della Valle Brembana – capofila Brembilla – con Antonello Pezzini (consigliere del Comitato economico e sociale europeo) in qualità di consulente. A seguire tutti gli altri Comuni bergamaschi, capoluogo compreso. Ma i primi a tagliare il traguardo sono stati i Comuni della Val Cavallina, del basso e alto Sebino, oggi riuniti nella società pubblico-privata di scopo «Esco Comuni srl» (composta da 27 amministrazioni comunali e dal Consorzio Val Cavallina).

Complessivamente, in Valle Cavallina e sul Sebino, sono previsti interventi, prevalentemente su edifici pubblici, per 30 milioni e 846 mila euro, nei vari settori dell'energia: fotovoltaico, illuminazione pubblica, riqualificazione energetica degli edifici, impianti idroelettrici, teleriscaldamento e biogas.

Progetti pronti, con interventi che consentirebbero di risparmiare 7.200 tonnellate all'anno di Co2 e di ridurre il fabbisogno energetico di 19.280 Megawattora l'anno. E i soldi per realizzarli? I soldi (da restituire nell'arco di 15-20 anni, a un tasso dello 0,50%), come prevedeva il progetto dell'Unione europea, dovevano arrivare dalla Banca europea per gli investimenti, la Bei del Lussemburgo che, finora, però, pare non aver erogato un euro a nessuno.

Leggi le due pagine dedicate all'argomento su L'Eco di martedì 7 maggio

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