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Certificato antimafia, che attesa
«Ma così la mia ditta fallisce»
Da circa quattro mesi ha 55 dipendenti e una settantina di mezzi pesanti, fra camion ed escavatori, pronti a iniziare a lavorare sul tratto bergamasco, precisamente a Treviglio. Ma non può farlo: attende da 4 mesi la certificazione antimafia.
Da circa quattro mesi ha 55 dipendenti e una settantina di mezzi pesanti, fra camion ed escavatori, pronti a iniziare a lavorare sul tratto bergamasco, precisamente a Treviglio, dell'autostrada Brebemi, e anche dell'Arcoteem (il tratto della Tangenziale est di Milano che collegherà la Brebemi a Rivoltana e Cassanese).
Ma non può farlo, perché la sua richiesta della certificazione antimafia, protocollata il 13 dicembre dalla prefettura, non ha ancora ottenuto risposta. A denunciare il caso è Alberto Freddi, cinquantenne di Schinevoglia (Mantova) fondatore della Mnt, azienda di Parma specializzata in movimento terra, noleggio e trasporti.
L'imprenditore ha recentemente chiesto un incontro con il prefetto Camillo Andreana per cercare di sbloccare al più presto la pratica: visto il prolungarsi dei tempi, il rischio è di non vedersi aggiudicato l'appalto per il quale è candidato con inevitabili, a suo dire, gravi conseguenze sull'azienda e sui dipendenti.
«Perché se perdiamo questo appalto - afferma Freddi - perdiamo 800 mila euro al mese per tre o quattro anni. E questo mi costringerà a ricorrere alla cassaintegrazione per i miei dipendenti». La prima cosa che potrebbe venire in mente è che la certificazione antimafia non sia ancora stata rilasciata perché sono state individuate delle criticità.
Per affrontare il problema di petto l'imprenditore mantovano a febbraio si è recato di persona in prefettura a Bergamo. «Ho chiesto spiegazioni del ritardo e se avevano sospetti sulla mia azienda, ma non hanno saputo darmi risposte, se non che hanno molto lavoro e che non riescono a smaltire tutte le pratiche».
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