Cronaca / Valle Seriana
Domenica 28 Aprile 2013
Croce sulla tomba dei militi uccisi
ancora danneggiata a Rovetta
Non c'è pace per la memoria a Rovetta. Mani ignote hanno profanato la croce eretta sulla lapide sepolcrale che è posta nel camposanto. La croce ricorda l'uccisione, avvenuta il 28 aprile 1945, all'esterno del cimitero, di 43 militi della Legione Tagliamento.
Non c'è pace per la memoria a Rovetta. Nella notte tra il 25 aprile e venerdì, mani ignote hanno profanato la croce eretta sulla lapide sepolcrale che è posta nel camposanto. La croce ricorda l'uccisione, avvenuta il 28 aprile 1945, all'esterno del cimitero, di 43 militi della Legione Tagliamento (appartenenti all'esercito della Repubblica sociale italiana) a opera di un gruppo di partigiani.
L'esecuzione ebbe luogo dopo che i legionari avevano deposto le armi con la promessa di aver salva la vita. Solo in quattro si salvarono: uno perché riuscì a fuggire, gli altri tre perché furono risparmiati a causa della loro giovane età. In ricordo del tragico episodio fu eretta una croce in marmo oggetto del gesto vandalico avvenuto l'altro ieri.
La notizia del raid, registrato nella imminenza dell'anniversario dei fatti, che ricorre proprio oggi, è stata data dal «Comitato onoranze caduti di Rovetta» attraverso un comunicato stampa emesso ieri, in cui si legge, tra l'altro: «La mano dei "soliti ignoti" ha distrutto le fotografie ai lati della croce marmorea posta sulla tomba all'interno del cimitero di Rovetta. Già l'anno scorso, il 4 giugno 2012, era stata divelta la croce e distrutta la fotografia nel mezzo della stessa raffigurante Benito Mussolini. Nel 2009, invece, era stata distrutta a colpi di martello la targa in memoria posta all'esterno del cimitero, lungo il muro di cinta dove avvenne la carneficina».
Il comunicato conclude: «Si può abbattere una croce o rompere delle fotografie, ma i nomi dei 43 ragazzi trucidati a Rovetta continueranno a riecheggiare nella valle, ricordando a tutti gli italiani quella che a tutti gli effetti deve essere considerata la prima strage del secondo dopoguerra».
Leggi di più su L'Eco di domenica 28 aprile
© RIPRODUZIONE RISERVATA