Alessia, il mistero in 12 lettere
Monterosso, alla veglia in 150

Una dozzina di lettere in stampatello, alte circa tre centimetri, incise tra il seno e l'ombelico: sono quelle che Alessia Olimpio ha scritto sulla pelle con il piccolo coltello di ceramica poi utilizzato per uccidere la figlia di 18 mesi e per togliersi la vita.

Una dozzina di lettere in stampatello, alte circa tre centimetri, incise tra il seno e l'ombelico: sono quelle che Alessia Olimpio ha scritto sulla pelle con il piccolo coltello di ceramica poi utilizzato per uccidere la figlia di 18 mesi e per togliersi la vita. È su questo mistero che gli investigatori della Squadra Mobile stanno lavorando ormai da una settimana.

Le lettere sono state tracciate al rovescio, di modo che chi trovasse il suo corpo fosse in grado di leggerle. Sono due parole, una sopra l'altra: la prima di sei, sette lettere, la seconda di cinque. Quella sopra finisce in «AMA»; di quella sotto si sono decifrate solo la seconda (E) e le ultime due lettere (NA).

Tante le analisi da fare, i percosi da seguire: dai problemi alla tiroide all'ansia di una giovane mamma, dal rapporto non più idilliaco fra coniugi (avevano fatto ricorso a una terapia di coppia) alla gelosia del marito (che aveva spinto la donna ad assumere un investigatore privato perché lo controllasse) al fatto che l'uomo non ne potesse più di queste accuse (tanto che due giorni prima del dramma s'era sfogato con il suocero).

Venerdì, intanto la chiesa di Monterosso è stata chiusa solo alle 21, dopo la veglia di preghiera per Alessia Olimpo e la piccola Elisa Calderoli, alla quale hanno preso parte circa 150 persone.

La lettura di passi del Nuovo ed Antico Testamento sono stati accompagnati dalle riflessioni di don Remo. Particolarmente forte il testo tratto da Giobbe. «Anche noi, come Giobbe colpito dalla lebbra, afflitto dal dolore – ha detto con forza don Remo – ci chiediamo: perché? Perché la morte di Alessia ed Elisa? Se ne sono andate e questo provoca la nostra ribellione» con il rischio «di addossare la colpa a Dio, ma anche Giobbe dopo la prima reazione accetta che i progetti di Dio siano incomprensibili ed imponderabili. Dio chiede un atto di fiducia».

Per tutto il tempo della veglia, Alberto Calderoli è stato quasi «protetto» dagli amici e dal fratello, presenti anche i nonni paterni di Elisa, Guido e Rosalba, mentre non hanno partecipato il padre di Alessia, Alessandro, e il fratello, Stefano Olimpo.

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