Cronaca
Giovedì 25 Aprile 2013
L'Imu costa, sempre più richieste:
terreni da edificabili ad agricoli
Una rondine non fa primavera, ma è uno stormo. In tanti Pgt licenziati o in corso di licenziamento nei Comuni bergamaschi, spicca un dato che è la cartina tornasole della crisi e, soprattutto, dell'impatto dell'Imu sulle famiglie.
Una rondine non fa primavera, ma è uno stormo. In tanti Pgt licenziati o in corso di licenziamento nei Comuni bergamaschi, spicca un dato che è la cartina tornasole della crisi e, soprattutto, dell'impatto dell'Imu sulle famiglie.
È finita l'epoca in cui si facevano carte false per chiedere la trasformazione di un terreno da agricolo a edificabile. Oggi va al contrario: sempre più proprietari terrieri chiedono il dietrofront, bussando alle porte degli amministratori per poter riportare ad agricoli i terreni che nelle vecchie pianificazioni urbanistiche erano diventati edificabili.
Perché? Sugli agricoli l'Imu non si paga, sugli edificabili sì. E siccome il mercato degli immobili è, manco a dirlo, immobile - e all'orizzonte non si vedono schiarite -, i terreni da una parte costano e dall'altra non fruttano. Spiega il sindaco di Gandosso, Alberto Maffi: «Nel Piano di governo del territorio approvato nel 2009 dalla passata amministrazione, figuravano 10 ambiti di trasformazione che avrebbero portato gli abitanti da circa 1.500 a circa 2.000. Ma da allora non c'è stata una sola richiesta, nemmeno verbale, per dare il via alle costruzioni».
E se a Gandosso le richieste di dietrofront dei terreni sono, per ora, rimaste solo verbali, nel paese vicino - Foresto Sparso - ci si è spinti più in là. Spiega il sindaco Gennaro Bellini: «Abbiamo ricevuto una decina di richieste di stralcio di aree edificabili, per ricondurle alla loro originaria destinazione agricola. Assistiamo a un fenomeno di marcia indietro: anche se i terreni edificabili dormono, con l'Imu costano. Così i proprietari chiedono di rinunciare all'edificabilità per abbattere totalmente l'imposta, che grava in maniera pesante. Nel Pgt che abbiamo recentemente adottato non si prevedono nuove aree edificabili a carattere residenziale e produttivo».
Leggi le due pagine dedicate all'argomento su L'Eco di giovedì 25 aprile
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