Tragedia di Capodanno, il perito:
tempo per frenare ci sarebbe stato

Ci sarebbe stata visibilità sufficiente a consentire di vedere le auto ferme in carreggiata e, quindi, anche il tempo per frenare ed evitare l'impatto. Queste, in estrema sintesi, le conclusioni del perito nominato dal giudice sul caso della tragedia di Capodanno del 2011.

Ci sarebbe stata visibilità sufficiente a consentire di vedere le auto ferme in carreggiata e, quindi, anche il tempo per frenare ed evitare l'impatto. Queste, in estrema sintesi, le conclusioni del perito nominato dal giudice sul caso della tragedia di Capodanno del 2011, l'incidente stradale in A4 in cui avevano perso la vita due ragazze, Chiara Varani e Patrizia Paninforni, entrambe studentesse universitarie di 23 anni, la prima di Monasterolo del Castello e la seconda di San Giovanni Bianco.

Per quel fatto in udienza preliminare, accusati di omicidio colposo plurimo, si trovano i conducenti delle tre autovetture coinvolte. Uno di loro è l'ex calciatore dell'Atalanta Massimo Carrera, oggi allenatore delle giovanili della Juventus, assistito dagli avvocati Roberto Bruni e Massimo Chiappero: proprio lui, secondo la ricostruzione dei fatti, sarebbe stato l'ultimo ad arrivare nel punto della tragedia e a colpire le altre auto già ferme.

In udienza preliminare il dottor Domenico Romaniello, di Monza, davanti al giudice Bianca Maria Bianchi che a gennaio lo aveva incaricato di ricostruire l'accaduto e, in particolare, di accertare i vari punti di impatto e la visibilità al momento e nel punto dell'incidente, ha illustrato la sua relazione tecnica.

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