La «zona 30» sulla «Francesca»
Spirano è sul piede di guerra
«A questo punto ognuno andrà per la sua strada e per quanto mi riguarda sto valutando di procedere con la Polizia locale e i legali del mio Comune, a cominciare da una formale lamentela nei confronti del funzionario della Provincia».
«Sono profondamente indignato. È stata emessa un'ordinanza, data in pasto alla stampa, senza che ci si sia degnati di avvisare i sindaci interessati, e senza neppure calcolare i disagi alla viabilità. È stato un comportamento scorretto che denota la totale mancanza di rispetto del ruolo dei sindaci e delle autonomie locali. A questo punto ognuno andrà per la sua strada e per quanto mi riguarda sto valutando di procedere con la Polizia locale e i legali del mio Comune, a cominciare da una formale lamentela nei confronti del funzionario della Provincia».
Non usa mezzi termini il sindaco di Spirano Giovanni Malanchini, dopo l'ordinanza del settore Viabilità di via Tasso che ha disposto il limite di velocità a 30 chilometri all'ora, oltre al divieto assoluto di passaggio delle biciclette, sulla strada provinciale Francesca, tra Verdello e Urgnano: un tratto lungo quattro chilometri e mezzo, comprendente anche i comuni di Spirano e Pognano, di un'arteria a grande scorrimento che, paradossalmente, diventerà zona 30 a tutti gli effetti.
Ora la battaglia si sposta sulle strade comunali. «Voglio mettere subito le cose in chiaro – puntualizza –: Spirano non offrirà le sue strade, tutte asfaltate e in ordine, al passaggio di mezzi pesanti che cercheranno scorciatoie».
La replica di Pirovano
Possibile, presidente, che non si potesse trovare un'alternativa a questo super-rallentamento della Francesca?
«In realtà, in questo caso specifico, stiamo valutando in via eccezionale un intervento straordinario, trattandosi di una strada di grande importanza. Teniamo conto però che, anche presa la decisione, ci sono dei tempi tecnici: le amministrazioni pubbliche hanno delle procedure da rispettare. E, se facciamo i lavori qui, dovremo "rubare" risorse, e parliamo di somme ingenti, da altre parti, andando a scontentare qualcun altro. Il portafogli è uno solo, e molto vuoto. Non perché abbiamo speso male, ma perché non ci lasciano spendere».
E il mancato confronto con le realtà locali?
«Mi scuso per questo, ma il fatto che abbiamo dovuto decidere in pochi giorni, senza il tempo nemmeno di essere educati, la dice lunga su una situazione che è al limite della disperazione. I problemi si accumulano, abbiamo una rete di quasi 1.400 chilometri di strade, arrivano segnalazioni ogni giorno. E i funzionari, se succede qualcosa, rischiano una denuncia penale, ma al tempo stesso non possono fare i lavori, avendo i fondi bloccati».
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