Il Papa telefona a Sotto il Monte:
caro Capovilla, volevo ringraziarla

«Pronto, monsignor Capovilla? Parla Papa Francesco». Sono le 18 di ieri, lunedì di Pasqua. Monsignor Loris Capovilla è nel suo studio a Camaitino di Sotto il Monte e, come sempre, risponde di persona al telefono. Rimane senza parole.

«Pronto, monsignor Capovilla? Parla Papa Francesco». Sono le 18 di ieri, lunedì di Pasqua. Monsignor Loris Capovilla è nel suo studio a Camaitino di Sotto il Monte e, come sempre, risponde di persona al telefono. Rimane senza parole, perché riconosce subito la voce.

«Ho in mano il suo volantino - dice il Papa - e volevo ringraziarla di persona». Si tratta del pieghevole per l'Anno della fede, dedicato alla «Pasqua di Risurrezione nella luce del Concilio Vaticano II». In copertina c'è la medaglia di Manzù, coniata per l'apertura del Concilio, che rappresenta Papa Giovanni con il cardinal Rugambwa e reca l'iscrizione «Una, Sancta, Catholica, Apostolica». Sotto, la dicitura «Con Papa Francesco celebriamo il cinquantesimo di Pacem in Terris, 11 aprile 2013, e del transito di Giovanni XXIII 3 giugno 2013» e una citazione di Isaia e dell'Apocalisse: «Le cose di prima sono passate. Ecco, io faccio nuove tutte le cose».

Emozionato, monsignor Capovilla sente «il respiro del Papa nel microfono. Mi ha detto: "La vedo con gli occhi del cuore, ogni parola che ha scritto è preziosa come un'omelia"». Il segretario di Giovanni XXIII recupera allora l'abituale prontezza di spirito, ringrazia e si scusa per il momento di attonito silenzio appellandosi all'età: «Sono vecchio...».

Ma Papa Francesco gli risponde: «So dal cardinal Comastri, e sento dalla voce, che il suo spirito è giovane, questo conta». È infatti al cardinale Angelo Comastri, arciprete di San Pietro, che monsignor Capovilla aveva affidato il pieghevole con il suo messaggio pasquale. «Gli avevo detto - racconta l'arcivescovo emerito -: "Se puoi, fallo avere al Papa"».

La conversazione fra Roma e Sotto il Monte dura pochi minuti, ma è intensa. E il Papa a Sotto il Monte, verrà? Chissà, non ne hanno parlato, ma Loris Capovilla ha imparato da Giovanni XXIII a non mettere limiti alla Provvidenza.

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