Uccise imprenditrice nel 2008
Adesso la condanna è definitiva

Ora la sentenza è definitiva: la Corte di Cassazione ha confermato la condanna a 22 anni e sei mesi per omicidio volontario e porto abusivo d'arma e nove mesi per furto nei confronti di Alì Ndiogou, il 42enne senegalese accusato dell'omicidio di Maria Grazia Pezzoli.

Ora la sentenza è definitiva: la Corte di Cassazione ha confermato la condanna a 22 anni e sei mesi per omicidio volontario e porto abusivo d'arma e nove mesi per furto nei confronti di Alì Ndiogou, il 42enne senegalese accusato dell'omicidio di Maria Grazia Pezzoli, l'imprenditice di Vertova uccisa a coltellate il 24 luglio 2008.

Ndiogou, ex dipendente di Giuseppe Bernini, marito della donna, aveva fin da subito respinto le accuse, ma era stato arrestato per tracce di dna riconducibili a lui e per alcuni documenti rubati tempo prima a Bernini e ritrovati abbandonati con indumenti di Ndiogou che presentavano tracce di sangue dell'imprenditrice.

La donna era stata uccisa nel suo ufficio sotto l'abitazione. Contro Ndiogou, oltre ai rilievi tecnici scovati dai Ris di Parma (sangue e dna del 42enne erano stati rinvenuti anche dentro e fuori l'ufficio e sotto una finestra con il vetro rotto), anche due testimoni, che l'avevano visto nei paraggi il giorno dell'omicidio, e infine il movente (una causa di lavoro, in cui lui vantava un credito da Bernini).

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