Come sarà Bergamo nel 2035?
A progettarla Università e Italcementi

Fondazione Italcementi e l'Università di Bergamo insieme  per costruire la Bergamo del 2035. Nella mattinata di lunedì 18 marzo, il rettore Stefano Paleari e Carlo Pesenti, di Italcementi, hanno presentato il progetto 2.(035).

Fondazione Italcementi e l'Università di Bergamo insieme  per costruire la Bergamo del 2035. Nella mattinata di lunedì 18 marzo, il rettore Stefano Paleari e Carlo Pesenti, consigliere delegato di Italcementi Group, hanno presentato il progetto «Bergamo 2.(035): un'idea di città in un mondo che cambia». Obiettivo: immaginare la città con gli occhi di chi nel 2035 avrà 20 anni.

L'idea è quindi quella di individuare un modello intelligente per la comunità bergamasca del futuro, lavorando sul progetto con i giovani e per i giovani. Coinvolti, infatti. gli studenti universitari di Bergamo ma anche con la collaborazione della Graduate School of Design di Harvard. Ad essere analizzati numerosi temi che riguardano la nostra città e che toccano l'ambiente, la struttura economica e industriale del territorio, gli spazi sociali, ma anche la sua mobilità. Per creare una Bergamo del futuro, attraente e trattiva per i giovani.

Alla presentazione, avvenuta nella cornice di i.lab - il nuovo centro di ricerca e innovazione di Italcementi, anche il presidente della Fondazione Italcementi Giovanni Giavazzi. Finalità del progetto anche individuare un modello intelligente di comunità, una «smart community» caratterizzata da un'efficace interazione tra la popolazione, le istituzioni e le infrastrutture tradizionali e moderne, in grado di produrre una crescita economica sostenibile e un'elevata qualità dì vita, attraverso una gestione partecipativa e intelligente delle risorse naturali e grazie a una diffusa capacità dì apprendimento e di innovazione.

I filoni di ricerca del progetto riguarderanno quattro aree tematiche: ambiente ed ecologia, per assicurare la sostenibilità ambientale e sociale; mobilità e intrastrutture, per il migliore sviluppo del territorio a lungo termine, capace di sfruttare le opportunità offerte dal progresso tecnologico; struttura economica e reti industriali, per lo sviluppo del benessere sociale della comunità; capitale sociale e produzione di conoscenza, per assicurare eccellenza diffusa e distribuita in un contesto territoriale innovativo e proattivo.

«Il ruolo dei giovani – ha precisato il rettore Stefano Paleari – è fondamentale visto che saranno proprio loro gli abitanti del futuro. Non meno importante la funzione dell'università al quale compete anche il compito di un percorso di formazione e di collegamento con il territorio in una prospettiva internazionale».

«Con questa iniziativa, Italcementi intende dare il proprio contributo alla crescita della città e del territorio di Bergamo, dove la nostra azienda è nata centocinquant'anni fa – ha dichiarato Carlo Pesenti, consigliere delegato di Italcementi -. È un progetto che vuole avere uno spirito inclusivo e che ha l'ambizione di offrire alle istituzioni e alla nostra comunità un'idea di quello che sarà lo sviluppo delle città da qui ai prossimi vent'anni. Può essere l'occasione per progettare luoghi fisici e sociali adeguati a raccogliere le sfide del futuro, sia dal punto di vista delle tecnologie che dei cambiamenti socioculturali. Il tutto nella prospettiva, ormai irrinunciabile, di una crescita sostenibile in armonia con il territorio che ci accoglie».

Il contributo all'iniziativa sarà concretamente apportato attraverso la Fondazione Italcementi. Istituita nel 2004 in occasione dei 140 anni di Italcementi, la Fondazione ha lo scopo di promuovere la ricerca, l'etica e la cultura per diffondere i principi e i valori dello sviluppo sostenibile delle imprese. Giovanni Giavazzi, presidente della Fondazione, ha voluto sottolineare l'importanza della collaborazione con l'ateneo orobico: «Da anni sosteniamo l'Università di Bergamo per progetti di altissimo livello e di carattere internazionale, come ad esempio il dottorato in Logistica e Supply Chain Management, svolto in collaborazione con il Logistics Center di Saragozza (partner del MIT di Boston) e la SDA Bocconi di Milano, che approfondisce scientificamente i temi della logistica e della supply chain, cruciali per l'industria moderna ai tempi della globalizzazione. Il progetto Bergamo 2.(035) è dunque pienamente coerente con la linea seguita finora e che la Fondazione intende continuare: dare un contributo concreto alla crescita della comunità».

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