Zamblera risponde sul Cherio
«Lavori complessi da concludere»

Una lettrice aveva inviato un'email criticando la situazione in cui versa il fiume Cherio, la cui riqualificazione latita. Ha risposto Angelo Zamblera, direttore Consorzio Servizi Val Cavallina: «I lavori sono complessi e non conclusi per varie motivazioni».

«Non entro nel merito della bontà del progetto, ma vorrei sottolineare che per "riqualificare" circa due km di un fiumiciattolo, sono stati chiamati (e pagati, presumo): 3 architetti, 2 geologi, 3 dottori, 1 ingegnere». Così ha scritto la nostra lettrice Paola a proposito del Cherio. Paola ha inviato un'email anche ai Comuni di Entratico, Luzzana, Borgo di Terzo e alla Provincia. Per ricordare come «la primavera scorsa sono stati eseguiti lavori di riqualificazione del fiume Cherio, tra Entratico e Borgo di Terzo».

Peccato che - aggiunge - «nonostante tutto questo dispiegamento di forze lavoro, a distanza di circa un anno questa la situazione sia quella fotografata lunedì 12 marzo 2013». «I cartelloni dei lavori e la recinzione - precisa la nostra lettrice - si trovano ancora "in loco" all'inizio e alla fine del tratto riqualificato, a Entratico e a Borgo di Terzo».

Le immagini sono state scattate da Entratico a Luzzana, lungo la palizzata dell'argine e, scrive Paola, «evidenziano uno stato di evidente cedimento dell'argine, con profonde crepe ai bordi della pista ciclopedonale. È evidente da queste foto che controlli di fine lavoro e manutenzione non sono stati assolutamente eseguiti». «Forse - si domanda in conclusione la nostra lettrice - si aspetta che piova ancora un po' e che crolli l'argine, magari con qualche ciclista sopra, prima di intervenire».

Ecco la risposta di Angelo Zamblera, direttore Consorzio Servizi Val Cavallina.
«Gent.ma Sig.ra Paola Mazza e p.c. Spett.li Enti e Soggetti chiamati in causa, Innanzitutto La ringrazio per l'interessamento, senz'altro positivo in un contesto sociale che sembra caratterizzato da un aumento dell'indifferenza verso i problemi pubblici ed ambientali, e senza alcuna perifrasi introduttiva entro subito nel merito dei problemi evidenziati».

«Quanto descritto corrisponde effettivamente allo stato di fatto del cantiere, ma ciò dipende innanzitutto dal fatto che i lavori non sono ancora conclusi per le seguenti motivazioni:
- è in corso di approvazione da parte della Fondazione Cariplo, purtroppo con tempi piuttosto lunghi, una perizia di variante che utilizza il ribasso d'asta per migliorare l'intervento e soprattutto procedere anche alla riqualificazione di tratti delle rive e della pista ciclabile originariamente non previsti, ma che si sono resi necessari visto lo stato degli stessi;
- è stata recentemente ultimata la procedura di aggiudicazione del 2° lotto del progetto, che attiene altri tratti del fiume proseguendo verso Borgo di Terzo, per cui vi saranno altre inevitabili, per quanto provvisorie, interferenze con il sistema territoriale adiacente al fiume».

«Va poi segnalato che, come di tutta evidenza, gli interventi di riqualificazione ambientale, e soprattutto quelli che si basano su tecniche di ingegneria naturalistica, richiedono tempi di consolidamento diversi da quelli che utilizzano tecnologie tradizionali, come le massicciate in cemento armato, nonché di essere realizzati in periodi e stagioni favorevoli, tenendo conto anche del contesto naturale e della fauna fluviale».

«Ciò doverosamente chiarito, si rassicura la S.V. che lo stato di fatto dell'argine non è tale da destare allarme, tanto meno l'evocato timore di un crollo repentino che possa portare a conseguenze tragiche per i frequentatori della pista, che, anzi, troveranno giovamento dalla conclusione definitiva dei lavori. Del resto, è la stessa situazione che si verifica in qualunque situazione di viabilità, quando per rifare il manto stradale ammalorato dalle buche, essendo sprovvisti della bacchetta magica, si deve per forza chiudere la corsia interessata anche a costo di provocare qualche disagio agli utilizzatori, che certamente sanno valutare lo stato di necessità ma anche i vantaggi conseguenti. Peraltro, si ritiene doveroso comunicare che i professionisti incaricati stanno monitorando costantemente lo stato dei lavori, verificandone l'evoluzione e la coerenza con gli obiettivi progettuali, prestando la massima attenzione alla sicurezza idraulica, ma anche del sistema delle rive e della viabilità connessa».

«Mi preme rassicurarla anche per quanto riguarda "numerosità" e "composizione" del team di progettazione:
- proprio perché l'assegnazione dell'incarico è avvenuta attraverso un bando di gara pubblico, la parcella complessiva è la stessa che si sarebbe dovuta corrispondere ad un unico professionista;
- la multidisciplinarietà è un requisito fondamentale per un corretto approccio all'applicazione delle tecniche di ingegneria naturalistica, disciplina che ovviamente un comune cittadino non è certo tenuto a conoscere, ma che Le assicuro è opportuno che venga sempre più applicata, soprattutto se vogliamo che il nostro paese cominci almeno ad avvicinarsi agli standard di Paesi ed aree geografiche sicuramente all'avanguardia sui temi ambientali, come Svizzera, Austria, ma anche Sud Tirolo, Inghilterra, Germania e Paesi Scandinavi».

«In conclusione mi permetta di essere per lo meno dispiaciuto che Lei definisca il nostro Cherio come “un fiumiciattolo”, infatti, ci pare evidente come il "nostro" fiume abbia avuto nei secoli e continui ad avere un ruolo importantissimo per il nostro territorio e proprio per questo come Consorzio Servizi Val Cavallina crediamo fortemente nella sua riqualificazione come passo importante per restituirlo alla fruibilità dei cittadini, con delle significative conseguenze sulla loro stessa qualità della vita».

«Del resto, converrà con noi che già ora la sua passeggiata lungo il Cherio si è potuta svolgere in un contesto qualitativamente già molto migliorato rispetto a quello che avrebbe osservato anche solo una decina d'anni fa».

«È opportuno anche ricordare che si tratta di uno dei corsi d'acqua più importanti della provincia, e che è ancora ben viva negli abitanti di alcuni paesi della valle, tra cui Entratico, la memoria di eventi alluvionali molto gravi, che hanno imposto particolare attenzione e cautela per la salvaguardia della sicurezza dei centri abitati».

«Purtroppo, lungo il fiume è ancora evidente l'esigenza di una maggiore sensibilità e di un maggiore rispetto dell'ambiente soprattutto da parte della cittadinanza, esigenza ben testimoniata dall'abbandono di rifiuti di ogni genere lungo le rive, incuria certamente non imputabile alle pubbliche amministrazioni e che appare ben più grave di un modesto distacco di terra, ma comprendo che spesso si rileva la verità di quell'antico detto per cui "fa più rumore un albero che cade di una foresta che cresce"».

«Ad esempio, spesso ignoti e spregiudicati cittadini asportano dalla pista ciclabile panchine e staccionate in legno, così come per i raid notturni di vandali che demoliscono e deturpano i beni pubblici, provocando ovviamente costosi interventi di ripristino a spese di tutti, ma ogni anno decine di volontari si impegnano, coordinati dagli enti locali del territorio, per la pulizia e la rimessa in pristino delle sponde e dell'alveo del fiume Cherio e dei numerosi corsi d'acqua che ne sono affluenti».

«E come non ricordare che qualche decennio fa il Cherio era considerato uno dei corsi d'acqua più inquinati della Lombardia, mentre oggi le periodiche verifiche effettuate dalla Provincia di Bergamo ne attestano lo stato di corso d'acqua in buone condizioni di salute. Non è stato un caso e nemmeno un miracolo, solo il risultato di un lavoro impegnativo e costoso durato molti anni per collettare gli scarichi fognari e reprimere quelli abusivi».

«Ora si sta lavorando per una riqualificazione che permetta un migliore rapporto del territorio con il fiume, rispettando le necessarie garanzie di sicurezza e investendo nel recupero, dove ancora possibile, di un contesto ambientale che negli anni è stato purtroppo ridotto dall'impatto degli insediamenti produttivi ed abitativi».

«In ogni caso e andando oltre sterili polemiche, nell'ottica di una condivisione più ampia possibile degli obbiettivi, delle metodologie e, perché no, dell'entusiasmo con cui vogliamo continuare nell'opera di riqualificazione del Cherio, ho già chiesto la disponibilità dei professionisti, che per la verità mi hanno subito risposto positivamente, all'organizzazione di una visita guidata delle aree di cantiere, aperta a tutti i cittadini interessati ed alla quale Lei è ovviamente fin d'ora invitata. Restando a disposizione per ogni ulteriore chiarimento, si coglie l'occasione per porgere cordiali saluti».

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