Il ladro ucciso a Caravaggio
Il colpo esploso da 6 metri

Sparò da almeno sei metri Angelo Cerioli, il commerciante di Caravaggio che, nella notte del 25 novembre, dopo aver sorpreso i ladri nel suo negozio, esplose due colpi di pistola dalla finestra, uccidendo un componente della banda.

Sparò da almeno sei metri Angelo Cerioli, il commerciante di Caravaggio che, nella notte del 25 novembre scorso, dopo aver sorpreso i ladri a rubare nel suo negozio di articoli da giardinaggio, esplose due colpi di pistola dalla finestra della sua abitazione, uccidendo un componente della banda, Dumitru Baciu, romeno di 43 anni.

È questo il responso della perizia balistica affidata dal pm Gianluigi Dettori ai carabinieri del Ris di Parma. Un esito che, da un lato, conferma la ricostruzione dei fatti fornita dallo stesso Cerioli agli inquirenti subito dopo i fatti, ma che dall'altro non alleggerisce la sua posizione.

L'ipotesi di reato nei suoi confronti resta quella di omicidio volontario, secondo la logica del dolo eventuale: sparando dall'alto verso il basso – è in sintesi la tesi accusatoria – il commerciante doveva mettere in conto di poter colpire qualcuno.

Il commerciante ha mirato al ladro in fuga? Impossibile stabilirlo. Ma sparando dall'alto in basso – osservano gli inquirenti – Cerioli avrebbe comunque dovuto mettere in conto di poter colpire qualcuno. Inoltre, due colpi su due sono andati a segno.

Diversa la tesi difensiva: «Cerioli non sparò verso l'alto perché temeva di colpire le case di fronte», hanno sostenuto più volte i suoi avvocati.

Il pm ha disposto anche una perizia scientifica su un paio di guanti, un'ascia e una mazza, abbandonati dai ladri nel cortile di Cerioli. Scovare su questi arnesi la prova (impronte digitali latenti o dna) della presenza di altre persone contribuirebbe a ricostruire nei dettagli la dinamica dei fatti.

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