La vendita dell'area dei Riuniti
Più «flessibile» il nuovo bando

Troppo presto per cantar vittoria (mancano due mesi all'apertura delle buste), ma la buona notizia c'è: qualche operatore si è fatto avanti e ha sondato il terreno per i Riuniti. Commenta sul blog de L'EcoLab

Troppo presto per cantar vittoria (mancano due mesi all'apertura delle buste), ma la buona notizia c'è: qualche operatore si è fatto avanti e ha sondato il terreno per i Riuniti.
Le bocche sono rigorosamente cucite a Milano, fronte Infrastrutture lombarde (la società incaricata dell'alienazione) ma, a quanto pare, come confermato anche dall'assessore all'Urbanistica Andrea Pezzotta, ci sono state manifestazioni di interesse per l'area di Largo Barozzi.

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Il tempo stringe, il conto alla rovescia è iniziato: tra due mesi si avrà qualche certezza in più. Le offerte vanno presentate entro il 7 maggio, i nomi si conosceranno solo una settimana dopo, il 14. Il fatto che qualcuno si sia fatto avanti è ritenuto positivo. C'è un moderato ottimismo sul fatto che la maxiasta da 76 milioni possa andare a buon fine.

Il prezzo base è di 76 milioni 185 mila euro, quasi venti milioni di euro in meno rispetto al primo incanto andato deserto nel 2009. Sono ammesse solo offerte in rialzo. Questo secondo bando è più elastico rispetto al primo e questo è un punto di forza.

Che cosa è cambiato? Per esempio, c'è una clausola prima non prevista, secondo cui il soggetto che fa la migliore offerta e sottoscrive il contratto preliminare, versando il 10 per cento dell'importo offerto, procede al rogito e quindi al versamento del restante 90% solo se il Comune approva il Piano integrato di intervento. Se non c'è l'approvazione può recedere dall'acquisto e gli viene restituita la fideiussione (rischio urbanistico nullo). Questa è una delle novità più importanti di questo bando: la possibilità data al privato di sfilarsi se Palazzo Frizzoni non farà la sua parte approvando il Piano integrato.

Il bando è meno vincolante e più flessibile rispetto alla prima versione anche sulle future destinazioni: le aree dove realizzare la parte residenziale o commerciale (così come le altre, a cominciare dagli spazi destinati all'Università) non sono prefissate, ma saranno oggetto di trattativa tra l'aggiudicatario e il Comune. Il Pgt individua le aree, ma non vincola l'operatore a mettere il residenziale in quel punto, piuttosto che il commerciale in un altro. Ogni operatore farà la sua ipotesi e tratterà con il Comune.

Il maxilotto da oltre 100 mila metri quadri edificabili sarà così suddiviso: 62.560 metri quadri di residenza libera (più 2.000 opzionale), 20.440 di terziario-commerciale-sanitario, 6.980 di ricettivo, 10.000 di residenza sociale, 15.000 di servizi universitari e il resto servizi per il quartiere (ludoteca, centro anziani, asilo nido, centro di aggregazione giovanile).

A scorporo degli oneri di urbanizzazione l'operatore che si aggiudicherà l'area dovrà realizzare una palestra per l'Università (ma potrà essere utilizzata anche da cittadini e associazioni) e cedere all'Ateneo un'area, dove quest'ultimo realizzerà circa 10.000 metri quadrati di alloggi per studenti. A carico dell'aggiudicatario (e sempre come scorporo degli oneri) anche altre opere come la ludoteca, il centro anziani, il nido e il centro di aggregazione giovanile. Nel bando non rientra la palazzina rossa, che non è stata messa in vendita, che accoglierà spazi espositivi della Fondazione Azienda ospedaliera. Fuori dal bando anche la chiesa con la casa dei frati che verrà ceduta alla Diocesi. Commenta sul blog de L'EcoLab

Vanessa Santinelli

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