Spunta l'ombra del racket cinese
nel caso dei mongoli arrestati

I casi dei due mongoli arrestati per furto, che avevano creato diversi problemi per il reperimento di interpreti che potessero capire la lingua mongola, si sono arricchiti di un colpo di scena nel processo per direttissima: è spuntata infatti l'ombra del racket cinese.

I casi dei due mongoli arrestati per furto, che avevano creato diversi problemi per il reperimento di interpreti che potessero capire la lingua mongola, si sono arricchiti di un colpo di scena nel processo per direttissima a carico dell'ultima arrestata: è spuntata infatti l'ombra del racket cinese.

A. G., 28enne incensurata, arrestata lunedì per un tentato furto nel negozio Douglas del centro commerciale Iper Alle Valli di Seriate, sentita finalmente con l'aiuto di un'interprete della sua lingua, ha infatti raccontato di essere stata portata da un cinese in Italia dalla Francia e di aver iniziato a delinquere con lui.

Lui rubava e metteva la merce nella borsa della 28enne che veniva ricompensata per la sua complicità con 100 euro. La giovane avrebbe anche accennato ad altri suoi connazionali della stessa situazione, per cui si ipotizza che potrebbe esserci un'organizzazione cinese in azione.

Il giudice ha accolto il patteggiamento a tre mesi della pena con il beneficio della sospensione condizionale essendo la 28enne incensurata.

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