Nella Bergamasca prevale il Pd
PdL e Lega giù, Grillo non sfonda

Perdono tutti: Grillo vince ma non sfonda e Monti porta a casa nella Bergamasca qualcosa in più della media nazionale. Ma comunque la si voglia vedere, per i partiti tradizionali della 2ª Repubblica è una mazzata storica: da destra a sinistra è tutto un leccarsi le ferite.

Perdono tutti: Grillo vince ma non sfonda e Monti porta a casa nella Bergamasca qualcosa in più della media nazionale. Ma comunque la si voglia vedere, per i partiti tradizionali della 2ª Repubblica è una mazzata storica: da destra a sinistra è tutto un leccarsi le ferite.

Alla Camera - il dato più significativo nella sua complessità, ma la tendenza è confermata anche al Senato - la Lega lascia sul campo qualcosa come 11,4 punti rispetto alle politiche del 2008: aveva il 31,1 e scende sotto la soglia, psicologica e non, del 20 per cento. Per la precisione è a quota 19,73: il peggior dato da fine anni '80. Scope e Maroni non hanno frenato l'emorragia, anche se il primo obiettivo dei lumbard resta la Regione.

Ora il primo partito della Bergamasca è il Pd. Suo malgrado, visto che conquista la vetta stando fermo. Anzi, perdendo qualcosina: dal 23,09 al 22,4. Dietro alla Lega c'è il Pdl, che scende, ma un filo meno: 9,3 punti, passando dal 29 al 19,69 per cento. Ovvero 244 voti in meno della Lega. Fermo restando che prima della (ri)discesa in campo di Berlusconi, i pidiellini avrebbero messo la firma per un risultato del genere.

Nel complesso, però, Bergamo si conferma terra di centrodestra: pur perdendo 19 punti, la coalizione pro Berlusconi porta a casa il 41,1 per cento contro il 24,4 di quella di Bersani. Nel 2008, il primo era al 60,1 e Veltroni al 36,8. Come dire che in cinque anni il consenso ai due massimi schieramenti (e ai loro leader, storici o transitori) è sceso di 31,4 punti. Un bagno di sangue: Pdl e Lega lasciano sul campo quasi 170 mila voti, il Pd poco meno di 20 mila.

Leggi di più su L'Eco di martedì 26 febbraio

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