Alpini nel mirino dei ladri
Prende il volo anche l'aquila
«Se iniziano a rubare anche i simboli, allora dove andremo a finire». Così il capogruppo degli alpini di Osio Sotto Raffaele Poma e il suo vice Alberto Cagliani esprimono la loro amarezza per il furto che giovedì mattina, prima dell'alba.
«Se iniziano a rubare anche i simboli, allora dove andremo a finire». Così il capogruppo degli alpini di Osio Sotto Raffaele Poma e il suo vice Alberto Cagliani esprimono la loro amarezza per il furto che giovedì mattina, prima dell'alba, è stato messo a segno nel cortile della loro sede in via delle Industrie: ignoti hanno rubato l'aquila di bronzo che componeva il monumento agli alpini inaugurato lo scorso giugno per celebrare il 35° anno di fondazione del gruppo. Un brutto colpo per le penne nere in realtà già avvezze ai furti: da quando nel 1999 è stata inaugurata, la loro sede ne ha già subiti sette. Il furto dell'aquila è però la goccia che fa traboccare il vaso: «Ci avevamo messo un anno per raccogliere i 1.500 euro necessari - afferma il capogruppo - mi chiedo come si possa arrivare a fare uno sfregio simile a un corpo come quello degli alpini che si spende in attività solidali in Italia e all'estero».
Ladro ripreso in azione
Il furto dell'aquila è stato messo a segno fra le 4 e le 6,30 di ieri mattina: «Io - afferma Cagliani - sono uscito per lavoro alle 4 e passando di fronte alla nostra sede ho visto che l'aquila era al suo posto. Alle 6,30 è passato il nostro alfiere che andava in ospedale. Quando si è accorto che era sparita l'aquila pensava a un abbaglio. Ha detto subito alla moglie, che era al volante dell'auto, di fare marcia indietro perché voleva controllare. Purtroppo aveva visto bene».
Sul monumento, composto anche da un grande monolite con inciso sopra la scritta «ieri, oggi e domani... Alpini per sempre», è puntato un faro e anche una telecamera. Dalle immagini registrate però si vede solo una figura con il volto coperto che sale su un secchio, lasciato poi sul posto, e fa forza sull'aquila riuscendo a strapparla: della statua sono rimaste solo le zampette attaccate al monolite.
Spariti anche canali di rame
Per entrare nel cortile della sede del gruppo degli alpini il malvivente è passato attraverso un buco ricavato nella recinzione in rete di ferro che dà sul centro sportivo. Secondo le penne nere il furto è stato messo a segno dallo stesso individuo che, nella notte fra domenica e lunedì, ha rimosso i canali di rame dalla parte anteriore del tetto della sede. Un furto simile, questa volta dei canali sulla parte posteriore della costruzione, era avvenuto lo scorso novembre. «Probabilmente - spiega il capogruppo - chi si è introdotto domenica ha visto l'aquila e ha detto: questa la prendo la prossima volta». Le penne nere, dopo i furti dei canali di rame subiti, hanno subito provveduto a sostituirli con similari in plastica. Quanto all'aquila, Poma esclude che verrà sostituita: «Se mai ne faremo realizzare un'altra, non sarà più in bronzo ma in plastica o materiali simili. Ora lasceremo il monumento così in modo che tutti possano rendersi conto dell'oltraggio che ci è stato fatto».
Patrick Pozzi
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