Nessun rimborso ai cittadini
Uniacque: non siamo debitori

«Non daremo nessun rimborso, a meno che l'Autorità non ci obblighi a farlo». Antonio Pezzotta, ad di Uniacque, detta la linea che la società seguirà sui rimborsi ai cittadini per l'acqua pagata in più del dovuto per sei mesi.

«Non daremo nessun rimborso, a meno che l'Autorità non ci obblighi a farlo. A quel punto ci adegueremo...». Antonio Pezzotta, amministratore delegato di Uniacque, detta la linea che la società seguirà sui rimborsi dovuti ai cittadini per l'acqua pagata in più del dovuto per sei mesi.

Soldi (si parla di 4,5 euro, forse qualcosa in più, comunque poca roba...) previsti per effetto del referendum sull'acqua del giugno 2011 – che ha deciso che la quota pagata ai gestori dei servizi per gli investimenti fatti va abrogata – e di un parere del Consiglio di Stato.

«Non abbiamo applicato per 17 mesi la tariffa prevista dal Piano d'ambito» rileva Pezzotta. E quindi? «La mancata applicazione della tariffa prevista dal Piano d'ambito per tutto il 2011 e metà del 2012 è di gran lunga superiore a quanto avremmo dovuto ai cittadini per effetto di quel 7% di remunerazione del capitale investito che è stato oggetto del referendum». Il che vorrebbe dire che i conti alla società che gestisce il ciclo idrico non tornano: tra dare e avere, tra soldi che si sarebbero dovuti risarcire e soldi da incassare c'è qualcosa che non quadra.

Stando ai conti fatti, Uniacque ritiene quindi non aver debiti verso le sue 170.000 utenze «storiche» (sono escluse quelle ex Bas che applicavano il sistema tariffario Cipe che non prevedeva il 7%), ma semmai crediti.

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