Pet-therapy contro l'Alzheimer
A Treviglio arriva Lilo
Lilo è un golden retriever femmina. Da mercoledì prossimo l'animale, seguito dalla sua padrona e psicopedagogista, sarà protagonista della «pet therapy» introdotta alla Casa albergo «Anni sereni» di Treviglio.
Lilo è un golden retriever femmina di cinque anni. Da mercoledì prossimo l'animale, seguito dalla sua padrona e psicopedagogista, sarà protagonista della «pet therapy» basata sull'interazione uomo-animale e introdotta per la prima volta alla Casa albergo «Anni sereni» di Treviglio.
Un progetto fortemente voluto dall'omonima fondazione che gestisce la struttura, ospitante 154 anziani, 24 dei quali affetti da Alzheimer. Ed è proprio ai pazienti con quest'ultima patologia, curati nello specifico reparto, che saranno rivolti i dieci incontri di un'ora settimanale ciascuno, allo scopo di instaurare un rapporto affettivo con l'animale che spesso finisce col sostituire quello familiare e delle amicizie.
A guidare Lilo sarà Barbara Imeri, trevigliese di 35 anni, non solo psicopedagogista ma anche riabilitatrice equestre. Ha educato con passione e amore il suo cane che ora avrà un ruolo significativo nella cura del paziente. «Gli animali da sempre aiutano a contrastare la solitudine, l'ansia, la depressione e inducono la persona che vi si relaziona a occuparsi fattivamente di un altro essere, in parte o in tutto dipendente dalle cure e dalle attenzioni prestate – ha spiegato la psicopedagogista Imeri – oltre a obbligare al contatto fisico e alle reale interazione». Lilo, d'aspetto pacifico e con un carattere socievole, servirà proprio er questo obiettivo.
La psicopedagogista Barbara Imeri ha inoltre sottolineato: «L'attività svolta con l'ausilio dell'animale trova applicazione in modo promettente nel settore della malattia d'Alzheimer. Nelle persone affette da tale patologia, l'interazione appare in grado non solo di ridurre i tipici disturbi comportamentale come l'agitazione e l'aggressività – ha proseguito l'educatrice di Lilo – ma anche lo stress ed è capace di stimolare alcune delle funzioni cognitive residue. Il contatto con l'animale, il cane in questo caso, favorisce il recupero dei ricordi e i sentimenti che nascono relazionandosi con lui servono per riscoprire sensazioni dimenticate».
Per saperne di più leggi L'Eco di Bergamo del 30 gennaio
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