Inaugurazione dell'ospedale, la Cgil
«No alla passerella elettorale»

L'inaugurazione del nuovo ospedale sarà «l'ennesima passerella elettorale seguita dall'inevitabile serie di polemiche».Lo scrive il segretario generale provinciale della Cgil, Luigi Bresciani. «Cittadini e lavoratori passano in secondo piano».

Sulla travagliata apertura del nuovo ospedale di Bergamo torna ad intervenire il segretario generale provinciale della Cgil, Luigi Bresciani.

«Nei prossimi giorni vi sarà l'inaugurazione del nuovo Ospedale Giovanni XXIII. L'ennesima passerella elettorale seguita dall'inevitabile serie di polemiche in cui il tema del nuovo ospedale, di quello che rappresenta per i cittadini, i lavoratori e per tutta la comunità bergamasca passerà in secondo piano».

«L'ospedale, come dice il direttore Nicora, "è una struttura pubblica, fatta con i contributi dello Stato, della Regione, del Comune e della Provincia" e quindi dei cittadini che pagano le tasse. È una struttura ‘finita' con un ritardo considerevole (quattro anni), costata il 40% più di quanto preventivato e non ancora pienamente operativa».

«Sono evidenti i problemi: da quelli esterni (struttura, viabilità, segnaletica) a quelli interni (costo dei parcheggi, trasporti pesanti e leggeri, reti informatiche, modelli organizzativi, intere parti ancora da finire e da accreditare, contenziosi, cause, indagini in corso …). Perché una struttura che è stata pensata, costruita per essere l'"eccellenza", termine caro al governatore, ancora non lo è, o meglio lo è solo in parte».

«Vogliamo sottolineare solo due aspetti problematici, i più macroscopici, a cui occorre dare risposte rapide: la questione dei parcheggi per cittadini e lavoratori e la rete di trasporto materiale all'interno dell'azienda. Sul primo punto sono evidenti le scelte sbagliate delle istituzioni pubbliche nel non prevedere per chi lavora dentro l'ospedale, in un'area così vasta,  il parcheggio gratuito. Per non parlare dei cittadini che pagano tariffe salatissime per poter andare a trovare un paziente».

«Sulla rete di trasporto interno, per anni ci è stato detto che il nuovo ospedale era pensato e costruito con un sistema di trasporto automatizzato. Non c'è nulla del genere e non solo non è stato realizzato, ma neppure sappiamo quando potrà partire».

«Queste, insieme ad un lungo elenco di questioni ancora aperte, sono le ragioni che ci spingono a suggerire che prima si devono risolvere questi problemi poi si potrà inaugurare la struttura, magari dopo le elezioni, perché è opinione comune e sentimento diffuso che il trasferimento sia stato accelerato per ragioni squisitamente politiche, strumentalizzando la disponibilità e la dedizione di tutto il personale.

Parte dei disagi che puntualmente si sono verificati e si stanno tuttora verificando potevano essere ridotti da un tempo di ambientazione più lungo (uno, due mesi al massimo) consentendo nel frattempo di finire alcuni lavori e conservando nella vecchia struttura la piena funzionalità senza l'attuale funzionamento a ritmi ridotti che genera liste di attesa per molti malati.

Non è stato così e la ragione dell'improvvisa fretta non è mai stata spiegata. Né i malati, né i loro familiari, né i lavoratori dell'ospedale sentono la necessità di una passerella elettorale di Formigoni: per favore, risparmiatecela».

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