Cronaca / Valle Cavallina
Martedì 08 Gennaio 2013
Montello, bando per l'interporto
I sindaci: «Non sappiamo nulla»
Dalle nebbie degli anni ritorna l'interporto di Montello. Nei giorni scorsi è stato pubblicato sulla Gazzetta ufficiale europea (e su quella italiana) l'avviso di gara per la realizzazione della struttura intermodale. Un appalto da 57 milioni 568 mila euro e rotti.
Dalle nebbie degli anni ritorna l'interporto di Montello. Nei giorni scorsi è stato pubblicato sulla Gazzetta ufficiale europea (e su quella italiana) l'avviso di gara per la realizzazione della struttura intermodale. Un appalto da 57 milioni 568 mila euro e rotti, Iva esclusa, che non esaurisce l'intero importo dell'intervento.
«No, quello si aggira intorno ai 100 milioni di euro, comprensivo dell'acquisto delle aree» spiega Dario Alessandro Inti, amministratore delegato di Sibem, la società per l'interporto di Montello. Una realtà detenuta al 90,9 per cento dalla Stilo immobiliare del Gruppo Percassi, e che vede presente al 4,81 la Cobe (Comune di Bergamo), al 2,95 la Provincia, allo 0,77 la Camera di Commercio e allo 0,56 Trenitalia.
«La società del gruppo Ferrovie aveva una quota molto più alta, via via ridottasi dopo i vari aumenti di capitale. Ma Mauro Moretti (amministratore delegato del gruppo, ndr) ha sempre voluto rimanere nella società». L'interporto di Montello è un intervento da realizzare in project financing, e considerato che Sibem ha nel cassetto dal 2002 un finanziamento di 14 milioni di euro diventati 21 nel frattempo con gli interessi, all'appello ne mancano comunque un'ottantina. Metà a carico dei soci e metà da reperire sul mercato. Come dire che la strada non è comunque in discesa, nonostante l'avviso di gara.
I sindaci interessati dall'interporto di Montello sono piuttosto sorpresi. Stefano Cortinovis di San Paolo d'Argon ha vaghi ricordi. Sa che c'era stato un tempo in cui sullo scalo intermodale si giocavano le elezioni di Montello e dei paesi attorno, che era una grande opera indispensabile per le magnifiche sorti e progressive dell'economia bergamasca, che più volte è stata lì lì per partire, che i Comuni non la volevano ma poi prevalse la ragion di Stato. E che da un po' di anni è finito in qualche cassetto
«Finalmente respiravamo, con il traffico feroce che ormai dal 16 novembre avevamo dimenticato insieme a tutti i suoi annessi e connessi. Adesso?». Adesso, con l'inaugurazione della nuova statale 42 Albano-Trescore (appunto il 16 novembre), torna in pista il progetto dell'interporto a Montello, un tempo legato a doppio filo proprio alla variante, tanto che non sono in pochi a sottolineare che l'avviso di gara sia un «atto dovuto» per continuare a tenere in piedi il progetto dopo l'apertura della Albano-Trescore.
Afinestra sta anche Maurizio Donisi, sindaco di Albano Sant'Alessandro. «Ci sono già tanti problemi. Noi in linea generale un altro proprio non lo vorremmo. Però, certo, una delle emergenze è quella del lavoro e se arrivassero dei posti. Certo l'impatto sull'ambiente e sulla qualità della vita non sarebbe indifferente. Da qualche sentito dire – ammette –, non c'è una gran chiarezza sull'operazione che sta andando avanti. Che dire? Orecchie tese, attenti a capire gli sviluppi, il perché e il percome».
Ne sa ben di più Paolo Marchesi, sindaco di Montello. E ne sa tanto, tanto di più l'ex, ora vicesindaco, Celestino Bianchi. «Ufficialmente, nulla» premette quest'ultimo. «Non sappiamo niente dell'avviso di gara. Però adesso che hanno aperto la variante alla statale 42...». Ecco che rispunta l'accoppiata. «Quel che so è che Sibem spa ha da tempo aperto un contenzioso sugli oneri di urbanizzazione mai versati per i terreni che i Comuni hanno dovuto cedere. E che sono passati più di 30 anni da quando s'è iniziato a parlare del progetto. Oggi, ci si chiede, ha ancora senso? Ha ancora un'utilità? Doveva essere uno scalo dove smistare le merci prodotte nelle valli bergamasche, spostarle dai camion e metterle sulla ferrovia da dove poi sarebbero partite per le loro destinazioni nazionali o estere. Oggi che qui si produce ormai poco o niente, che senso ha?».
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