Saldi il 5 gennaio? Pare una farsa
Già tanti sconti, negozi scatenati

I saldi invernali partono il 5 gennaio ma in promozione la Bergamasca ci è già da un bel pezzo. Tante le vetrine in offerta e svendita prima ancora di Natale, dal 27 dicembre - subito dopo la pausa natalizia - ecco che arrivano i primi sms e newsletter che informano di saldi anticipati già a partire da... subito.

I saldi invernali partono il 5 gennaio ma in promozione la Bergamasca ci è già da un bel pezzo. Tante le vetrine in offerta e svendita prima ancora di Natale, dal 27 dicembre - subito dopo la pausa natalizia - ecco che arrivano i primi sms e newsletter che informano di saldi anticipati già a partire da... subito. E già con sconti da capogiro.

«I saldi 2012/2013 - dichiara Pietro Giordano, segretario generale di Adiconsum - sono un vero e proprio colabrodo che favorisce i consumatori con capacità di reddito e penalizza chi non riesce a raggiungere la terza settimana del mese. Da molte settimane i clienti più affezionati (e che hanno speso durante l'anno) ricevono mail, telefonate ed sms dai propri commercianti per sconti non dichiarati sulle proprie vetrine. La merce di qualità ed esteticamente migliore ha così da tempo lasciato gli scaffali con abbattimento di prezzo anche del 50% e, quando arriverà il 5 gennaio, i consumatori meno "fortunati" troveranno ciò che resta dopo i saldi sommersi e nascosti».

E così dopo 23 anni dalla promulgazione della legge che regola i saldi, questa norma pare sempre più anacronistica. «E' tempo che si riformi una normativa resa un colabrodo da leggi regionali, saldi mascherati, promozioni inventate, liquidazioni per cambi gestioni - continua Giordano -. Adiconsum chiede a Mister Prezzi l'avvio di un tavolo presso il Ministero dello Sviluppo Economico, attorno al quale si siedano le Associazioni dei Commercianti e dei Consumatori per trovare proposte capaci di proporre al legislatore norme moderne, capaci di realizzare risparmi reali e costanti per i consumatori e al contempo salvaguardare le aziende sane del settore».

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