Suora-detective sventa rapina
E scagiona una delle arrestate

Due ragazze con problemi di droga e una suora che aveva capito i guai in cui si sarebbero cacciate e aveva avvertito i carabinieri. Sono i personaggi emersi dal retroscena della tentata rapina del 14 agosto ai danni di un settantunenne.

Due ragazze con problemi di droga, che sarebbe eccessivamente romantico definire delle «Thelma & Louise», e una suora che aveva capito i guai in cui si sarebbero cacciate e aveva avvertito i carabinieri. Sono i personaggi emersi dal retroscena della tentata rapina del 14 agosto ai danni di un settantunenne che aveva appena prelevato 500 euro dal bancomat di via Donizetti a Torre Boldone.

Le due giovani - E. O., 30 anni di Bracca di Serina, e G. A., 33, di Pedrengo - s'erano presentate alle 13,15 nella comunità di recupero delle Suore Poverelle, di cui erano state ospiti in passato. G. A., di fronte a una delle religiose, reclamava uno stipendio arretrato, agitando (senza però mai puntarla contro la suora) una siringa. La religiosa aveva temporeggiato dicendo non c'era modo di trovare il denaro perché la banca in quel momento era chiusa per la pausa pranzo. Vedendo allontanarsi le due piuttosto alterate e intuendo che erano a caccia di soldi per procurarsi droga, la suora aveva pensato bene di avvertire i carabinieri.

Le due erano uscite dalla comunità, la religiosa le aveva accompagnate sino al cortile e si era intrattenuta a parlare con G. A. Nel frattempo E. O. aveva attraversato la strada, raggiungendo il bancomat e minacciando con la siringa un pensionato che aveva appena prelevato 500 euro. Ma in quel momento erano giunti i carabinieri che avevano arrestato E. O. e pure G.- A., che - secondo la linea difensiva - era intervenuta per far desistere l'amica. Le due in caserma avevano insultato i militari e così, oltre a finire in cella per rapina, avevano rimediato una denuncia per oltraggio a pubblico ufficiale.

Venerdì E. O. ha patteggiato un anno e mezzo con pena sospesa e scarcerazione dai domiciliari. Qualche giorno prima G. A. era stata condannata a 5 mesi solo per l'oltraggio. Scagionata dalla rapina, grazie alla suora che aveva dato l'allarme. «Non c'entra perché stava parlando con me», ha testimoniato la religiosa.

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