Morì in scooter sulla superstrada
Era su un «50», condannato l'amico

Anche l'amico che gli aveva dato un passaggio in scooter e che lo vide morire dopo che erano stati travolti da un'auto, è stato condannato per concorso in omicidio colposo. Il motivo? Il ciclomotore 50 cc sulla superstrada della Valle Seriana non poteva circolare.

Anche l'amico che gli aveva dato un passaggio in scooter e che lo vide morire dopo che erano stati travolti da un'auto, è stato condannato per concorso in omicidio colposo. Il motivo? Il ciclomotore Malaguti F12, essendo 50 cc di cilindrata, sulla superstrada della Valle Seriana non poteva circolare.

Quindi, mercoledì 19 dicembre il giudice Donatella Nava ha inflitto a O. G., 20 anni, di Vertova, 10 mesi con la sospensione condizionale e la non menzione. Stessa pena ha rimediato M. P., 42 anni, geometra di Nembro, l'uomo che era al volante dell'Audi A3 che investì il motorino.

L'incidente era accaduto alle 4 della notte tra il 26 e il 27 marzo del 2011 a Ranica ed era costato la vita a Simone Masserini, 19 anni, di Fiorano al Serio. Viaggiava veloce, M. P., lui stesso aveva ammesso di filare a quasi 100 all'ora (in quel tratto il limite è di 90 km/h), prima che il consulente del pm stabilisse che la velocità era vicina ai 120 chilometri orari.

Stando ai primi accertamenti dei carabinieri di Alzano, il faro posteriore dello scooter non era funzionante, anche se non si è mai stabilito se era spento già prima dell'incidente (come ha sostenuto l'automobilista) o se si sia rotto durante l'impatto.

O. G. se l'era cavata con 10 giorni di prognosi. Era subito corso sul bordo della carreggiata dove l'amico giaceva esanime. «Masse, Masse», aveva provato a chiamarlo. Ma il diciannovenne non aveva risposto: era già morto.

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