Sparatoria di Mornico: non c'è reato
«Il carabiniere non va condannato»
Non c'è stato reato, e le perizie disposte dal giudice non hanno fatto altro che avvalorare questa tesi: ecco perché il fascicolo è da archiviare. Da restituire invece alla Procura gli atti del procedimento perché si valutino le responsabilità penali del marocchino oggi parte offesa.
Non c'è stato reato, e le perizie disposte dal giudice non hanno fatto altro che avvalorare questa tesi: ecco perché il fascicolo è da archiviare. Da restituire invece alla Procura gli atti del procedimento perché si valutino le responsabilità penali del marocchino oggi parte offesa nel procedimento (rifugiatosi in Marocco dopo i fatti).
Queste le richieste avanzate mercoledì mattina 19 dicembre - per la seconda volta - dal pubblico ministero Maria Letizia Mocciaro al giudice per le indagini preliminari Bianca Maria Bianchi nell'ambito del fascicolo per omicidio colposo nei confronti del carabiniere del nucleo operativo di Bergamo finito nei guai in seguito alla morte di Aziz Amiri, marocchino di 18 anni.
Il giovane era rimasto ucciso da un colpo esploso, durante un operazione di controllo anti droga a Mornico, dall'arma del carabiniere, strattonato proprio in quel momento dal fratello 41enne del marocchino. Alla richiesta, evidenziando il corretto comportamento del militare durante tutta l'azione, si è associato il difensore, avvocato Ettore Tacchini, mentre si è opposto l'avvocato Tatiana Burattin di Brescia, che assiste la parte offesa.
Il giudice, al termine della discussione, si è riservata di decidere se accogliere la richiesta di archiviazione o procedere invece con imputazione coatta: lo farà nei prossimi giorni, dopo aver valutato tutti gli elementi.
Una prima richiesta di archiviazione era già stata fatta a novembre 2011, non avendo il pm rilevato responsabilità penali, ma il gip aveva disposto una perizia balistica e antropometrica per ricostruire l'accaduto: proprio partendo da questi esiti il pm, non rilevando responsabilità e confermato che «il colpo è partito non per una reazione negligente, imprudente o imperita, ma per la forza d'urto» provocata dal conducente dell'auto, ha reiterato la richiesta di archiviazione.
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