Cronaca / Bergamo Città
Sabato 15 Dicembre 2012
«Affittopoli» in dirittura d'arrivo
Gli indagati salgono a quota 20
È un'indagine che contempla reati non gravissimi (abuso d'ufficio, truffa ai danni dello Stato, falso ideologico e materiale), ma che dal punto di vista etico fa venire l'orticaria.
È un'indagine che contempla reati non gravissimi (abuso d'ufficio, truffa ai danni dello Stato, falso ideologico e materiale), ma che dal punto di vista etico fa venire l'orticaria.
Perché, se saranno dimostrate le ipotesi della Procura, c'è un nutrito gruppo di raccomandati - parenti, amici, amici degli amici - che si sarebbe accaparrato alloggi comunali, spesso in zone di pregio e a canoni risibili, grazie a un uso distorto del meccanismo dell'assegnazione in deroga e probabilmente a certificazioni fasulle, aggirando le graduatorie dove languiva chi di un tetto aveva realmente bisogno ma non godeva di sponde all'interno di Palafrizzoni.
L'hanno battezzata «Affittopoli» ed è l'inchiesta che sta creando più di un imbarazzo in Comune. Ora che è in dirittura di arrivo, il fascicolo del pm Giancarlo Mancusi s'è arricchito di nuovi nomi: dai 4 indagati originari si è passati ai 20 attuali.
Tra le new-entry ci sono l'architetto Massimo Casanova, all'epoca dirigente della divisione Gestione del territorio e della divisione Politiche della Casa e oggi responsabile della direzione Mobilità, ambiente e innovazione del Comune, e Tullia Vecchi, segretaria del sindaco Franco Tentorio. Con loro 8 dipendenti comunali che avrebbero brigato per far ottenere case a conoscenti e parenti e altri 7 inquilini (uno era già indagato) che avrebbero fatto carte false in tema di situazione patrimoniale e nucleo familiare pur di risultare bisognosi di metri quadri a canone agevolato.
Il fulcro attorno a cui ruota l'inchiesta è il meccanismo dell'assegnazione in deroga, che prevede una corsia preferenziale ma solo per casi di massima urgenza (tipo sfratti incombenti) e di particolari situazioni familiari o sanitarie. Dovrebbe essere un'eccezione, è finito per diventare - stando alle informative della Guardia di finanza - «una procedura normale», adottata ben oltre il limite del 20% imposto dalla legge.
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