È caos sulle linee ferroviarie
Ritardi e cancellazioni, raccontaceli

Giorni di fuoco per i pendolari e grossi problemi si sono verificati in Lombardia e in particolare sulle tratte ferroviarie milanesi. Veri e propri ritardi a catena. Nel caos anche i viaggiatori orobici. Raccontaci la tua storia, commentando la notizia.

Giorni di fuoco per i pendolari bergamaschi e grossi problemi si sono verificati in Lombardia e in particolare sulle tratte ferroviarie milanesi. Lunedì quasi 700 mila pensolari dell'hinterland milanese sono arrivati in ufficio o a casa in ritardo. Veri e propri ritardi a catena che hanno colpito le linee a partire da domenica 9 dicembre e che hanno coinvolto anche i viaggiatori bergamaschi.

Dal canto suo Trenord lunedì pomeriggio ha spiegato così i disagi: «Ritardi e soppressioni si sono verificati dalla serata di ieri (domenica, ndr) e anche questa mattina (lunedì, ndr) in diverse linee regionali lombarde». «La causa - ha informato Giuseppe Biesuz, amministratore delegato Trenord, intervenendo all'inaugurazione della nuova linea Saronno Seregno - è stata individuata nel malfunzionamento del nuovo sistema informatizzato di programmazione e gestione dei turni del personale, entrato in funzione proprio domenica, in concomitanza con l'entrata in vigore del nuovo orario invernale, che prevede l'introduzione di circa 140 tra nuove corse e prolungamenti di linea, e della nuova turnazione introdotta con il contratto aziendale efficace dallo scorso primo dicembre». Secondo i tecnici informatici di Trenord, al lavoro ininterrottamente da domenica sera, il ripristino della normalità è previsto per la giornata di martedì.

Nel caos anche molti viaggiatori bergamaschi che hanno segnalato alla nostra redazione disagi, treni cancellati e linee ancora in ritardo. «Lunedì mattina - scrive un lettore via mail - tutti i treni che transitano da Milano Lambrate avevano almeno 15 minuti di ritardo. Dal 9 dicembre è entrato in vigore il nuovo orario ferroviario. Non so se sia questa la causa perché, naturalmente, di informazioni non ne vengono date. Tranne nel caso del suburbano sulla direttrice di Albairate che è in ritardo per “cambio turno del personale”. Se è davvero così, forse è meglio tacere.
Del “mio” treno delle 8.32 per Alessandria si dice che fermerà anche nelle stazioni intermedie di Locate Triulzi, Villamaggiore, Certosa di Pavia.
Deve essere successo qualcosa all'S13 e qualcuno deve metterci una pezza. Noi pendolari, che accumuliamo ritardi su ritardi. Ma è proprio vero che non c'è mai limite al peggio». La storia continua: «Il treno delle 18.34 da Pavia a Milano Lambrate ha 15 minuti di ritardo. E la situazione che trovo a Milano Lambrate è da incubo. Non c'è un treno che non abbia almeno 60 minuti di ritardo. Spiegazioni: zero. Compio il solito pellegrinaggio alla ricerca dell'assistenza (“i berretti verdi”). Mi dicono che c'è un guasto a un non ben identificato “sistema informatico” e che e' da domenica che ci sono problemi. Il caos è totale. Il tabellone delle partenze non si muove di un millimetro. Sono quasi le 20 e gli schermi riportano treni previsti in partenza alle 18.30. "Prestare attenzione agli annunci sonori”, ci dicono. Finalmente ecco quello del treno per Bergamo delle 19.49: il ritardo è di 10 minuti. Sono le 20.30. Tra 10 minuti dovrei essere a Bergamo. Più di 2 ore per fare 87 km. Oggi niente treno e nemmeno domani. A lavorare, questa settimana, si va in macchina».

Un'epopea anche il viaggio di una pendolare bergamasca alle prese con il rientro a Bergamo da Milano nella serata di lunedì: «Altro fantastico disastro nei collegamenti ferroviari da e su Milano. Arrivo alla stazione di Lambrate alle 18.40 per prendere il mio solito 10811 delle 18.49 da MI Porta Garibaldi per Bergamo e trovo, appunto, il disastro. I corridoi della stazione sono pieni di pendolari e i monitor non promettono niente di buono. Tutti i treni della linea S9 da Seregno ad Albairate hanno un ritardo medio di 60-80 minuti. Tutti i treni per Verona e Brescia una media 20 minuti di ritardo. Nonostante questa situazione, in giro per la stazione non c'è neppure un "berretto verde" - continua la mail della bergamasca -. Giro per i corridoi e per i binari ma nulla. Neppure un annuncio vocale che spieghi quanto meno cos'è successo. E le voci dei pendolari non si fanno attendere: c'è chi si lamenta perché anche la mattina il proprio treno ha fatto ritardo, c'è chi - giustamente - fa come al solito notare che se solo l'assistenza in stazione fosse migliore, si potrebbe pensare a percorrere strade alternative e a spostarsi in altre stazioni. Ma tocca a noi dedurre da quali treni sono in ritardo che forse c'è un problema in zona Greco Pirelli. Ma niente annunci. Verso le 18.50 il treno per Bergamo non appare nei monitor, semplicemente perché ci sono troppi treni in attesa. Ma tanta gente non lo capisce e inizia a preoccuparsi di non sentire se il treno arriverà e a quale binario. Il treno alla fine arriva: è pieno (ma mai quanto un Verona delle 18.33 che sembra letteralmente scoppiare...) e parte con circa 10 minuti di ritardo. Un ritardo limitato se paragonato agli altri treni. Un ritardo che il treno per Bergamo mantiene fino all'arrivo in stazione, dove acchiappo un tram delle Valli al volo (sarebbe stato il secondo tram perso... eh no!). Insomma, una solita seratina in compagnia degli amici di sempre: Trenord, RFI e tanti tanti amici pendolari alterati. Mancava solo un ospite che sarebbe al solito gradito: l'informazione».

E i racconti non finiscono qui: «Sono anche io una pendolare che utilizza giornalmente la tratta Ponte San Pietro-Monza - ci scrive una lettrice -. Lunedì 10 dicembre sono rimasta quasi due ore alla stazione di Monza, in ostaggio di Trenitalia in quanto dalle 17.30 alla 19.15 non è passato nemmeno un treno, quando ce ne sarebbero dovuti essere ben tre. Naturalmente l'unico treno arrivato alle 19.10 (che era quello delle 18:49 in ritardo di 20 minuti) era pieno all'inverosimile e per buona parte del viaggio la carrozza è rimasta al buio».

© RIPRODUZIONE RISERVATA