Operazione antibracconaggio
Tre denunciati, reti sequestrate

L'attività antibracconaggio della polizia provinciale ha portato al sequestro di 45 metri di reti per uccellagione, 14 trappole a scatto, cartucce a pallettoni con munizione spezzata e 70 esemplari di specie protetta (tordela, pettirossi, ecc). Tre denunciati.

Nuove azioni di prevenzione e controllo da parte del Nucleo Ittico Venatorio del Corpo di Polizia provinciale, grazie anche a segnalazioni e richieste di intervento giunte alla Sala Operativa da parte di privati cittadini.

L'attività ha portato al sequestro di 45 metri di reti per uccellagione, di 14 trappole a scatto, di cartucce a pallettoni con munizione spezzata e di 70 esemplari di specie protetta (tordela, pettirossi, ecc). A Colzate in località Oretel gli agenti della Polizia provinciale hanno individuato nei pressi di una baita, 14 trappole a scatto (note col termine dialettale di «sepì») per la cattura di avifauna debitamente innescate con piccole larve.

Il responsabile, sopraggiunto sul posto, ha ammesso le sue responsabilità e ha consegnato le trappole. All'interno della baita, oltre alle armi da caccia e alle munizioni legalmente detenute, gli agenti del Nucleo Ittico Venatorio hanno rinvenuto 13 esemplari morti di pettirosso, cartucce a munizione spezzata a «pallettoni» e un diario sul quale l'indagato annotava con cura gli abbattimenti e le quantità delle specie catturate. Tra queste 148 esemplari appartenenti a specie non cacciabili, di cui 132 pettirossi, 15 fringuelli e 1 tordela.

Nella cella freezer della sua abitazione di Bergamo sono poi stati rinvenuti altri 54 esemplari di pettirosso. La radiografia svolta sugli esemplari ha accertato che solo due di loro erano stati abbattuti con pallini da caccia mentre tutti gli altri erano stati catturati e abbattuti con le trappole a scatto. All'uomo sono stati quindi contestati i reati di uccellagione e abbattimento, cattura e detenzione di specie protette.

Questa forma di prelievo illecito oltre ad essere pesantemente sanzionata penalmente, comporta, nel caso l'Autorità Giudiziaria ne ritenga esistere i presupposti, il reato di maltrattamento di animali punito dall'art. 544 ter del Codice Penale dalla reclusione da 3 a 18 mesi o con la multa da 5.000 a 30.000 euro, pene aumentate della metà se ne deriva la morte dell'animale.

A Corna Imagna in località Costa, all'interno di un frutteto di pertinenza di un'abitazione, dopo aver individuato una rete a tramaglio per uccellagione e una serie di gabbie con all'interno frosoni da richiamo, gli agenti del Corpo di Polizia provinciale sono intervenuti denunciando il responsabile all'Autorità Giudiziaria.

In comune di Almenno San Bartolomeo località via Barlino, all'interno di un giardino, gli agenti della Polizia provinciale, unitamente alla vigilanza volontaria della Provincia, hanno individuato due reti da uccellagione, gabbie con tordi come richiami e pastura per attrarre gli uccelli. Al proprietario è stato contestato il reato di uccellagione e sequestrati le reti a tramaglio e 3 esemplari di uccelli detenuti senza anellino di identificazione.

Infine nel comune di Gandosso in località Bossoletti gli agenti della Polizia provinciale hanno scoperto un impianto costituito da una rete a tramaglio per catturare illecitamente avifauna selvatica realizzato da ignoti. L'impianto è stato disattivato e posto sotto sequestro.

Per l'Assessore Fausto Carrara «si tratta di importanti interventi a tutela del prezioso patrimonio faunistico della nostra terra così come a tutela di quanti, e sono la maggior parte, esercitano l'attività venatoria nel rispetto delle regole. Il contributo dei cittadini che effettuano le segnalazioni al numero verde della Sala Operativa 800.350.035, è di fondamentale importanza e dimostra come sia alta l'attenzione verso l'ambiente e la sua protezione».

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