Scarichi e rischio supermulte
Uniacque: «Colpa di tre paesi»

All'indice sono in tre: Serina, Carona e Azzone che per ora se ne fanno un baffo di inviti e solleciti vari e «in deroga alle norme vogliono continuare a gestire in proprio la rete idrica». Uniacque lo dice a chiare lettere, comprando un'inserzione sul giornale.

All'indice sono in tre: Serina, Carona e Azzone che per ora se ne fanno un baffo di inviti e solleciti vari e «in deroga alle norme vogliono continuare a gestire in proprio la rete idrica». Uniacque lo dice a chiare lettere.

Anche con un'inserzione di giornale (un'intera pagina sull'edizione de L'Eco di domenica) per spiegare ai cittadini che «il no di questi Comuni può impedirci di realizzare gli investimenti necessari entro le scadenze fissate dall'Europa».

E, quindi, con il rischio «reale» di far pagare in bolletta ai cittadini multe pesantissime «se entro il 2015 non saranno realizzate le opere di collettamento e depurazione degli scarichi» che mancano.

I tre Comuni «ribelli» (anche se non sono i soli, soprattutto nelle valli, a gestire ancora il servizio idrico in economia) sono in zone da bollino rosso per gli scarichi fognari e rischiano di prendere e di far prendere sanzioni milionarie a tutta la zona in cui sono inseriti.

Gli agglomerati (così vengono chiamati) fuorilegge per fognature e depuratori non in regola o assenti sono dieci. In tutto sono una ventina i Comuni dove Uniacque deve intervenire con opere di collettamento e depurazione.

Sul tavolo, se resteranno i tre no, ci sono almeno trenta milioni di multe per i tre agglomerati fuorilegge. Ogni zona non in regola rischia 10 milioni di batosta.

Tutto su L'Eco di Bergamo del 3 dicembre

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