Cronaca / Valle Cavallina
Sabato 01 Dicembre 2012
San Paolo d'Argon in festa
Inaugurata l'abbazia, visite guidate
«Entrando, sono rimasto senza fiato e senza parole». A dirlo era stato nei giorni scorsi monsignor Francesco Beschi, vescovo di Bergamo. Nella mattinata di sabato 1° dicembre lo stesso Beschi ha inaugurato l'abbazia di San Paolo d'Argon, rinata all'ispirazione originaria.
«Entrando, sono rimasto senza fiato e senza parole, ammirato da tanta bellezza». A dirlo era stato nei giorni scorsi monsignor Francesco Beschi, vescovo di Bergamo. Nella mattinata di sabato 1° dicembre lo stesso Beschi ha inaugurato l'abbazia di San Paolo d'Argon, rinata all'ispirazione originaria, la stessa che ha orientato le scelte progettuali di questo imponente restauro. «Ora et labora» era il motto dei benedettini, che lo costruirono mille anni fa. Adesso l'ex monastero torna centro di vita, di spiritualità e cultura, di accoglienza e formazione al lavoro.
«Oggi la Diocesi di Bergamo si onora di offrire quel prezioso contenuto antico in un riqualificato linguaggio attraverso una pluralità di progetti - ha scritto il vescovo Monsignor Francesco Beschi nell'invito all'inaugurazione -: l'ospitalità per le parrocchie e i gruppi per giornate di spiritualità, l'offerta di eleganti spazi convegnistici, il prossimo museo, un polo di alta formazione per giovani, che ricordandoci l'idea del prendere il largo su un vasto mare diventa augurio per questa struttura e per coloro che la vivranno e la faranno vivere».
«Questo è stato un importante intervento di ristrutturazione - ha detto monsignor Lucio Carminati -, ma soprattutto è un'importante presa di coscienza del luogo. Si è reso vivo questo posto, luogo di spiritualità, di promozione della cultura e di promozione di tutto il territorio, oltre che centro di formazione delle nuove generazioni».
Un'opera meravigliosa, con un progetto di restauro - e di rinascita - costato 12 milioni di euro e avviato grazie a un accordo di programma sottoscritto dalla diocesi e dalla parrocchia di San Paolo - proprietarie dell'ex monastero -, da Regione Lombardia (che ha messo a disposizione 2,5 milioni), Provincia (2,5 milioni), Comune di San Paolo d'Argon (500 mila euro) e Università di Bergamo, con il sostegno di sponsor tra cui Fondazione Cariplo (2 milioni), Camera di commercio (1,5 milioni) e Fondazione Banca Popolare di Bergamo (1 milione).
I grandi spazi dell'ex monastero ora ospiteranno anche convegni, eventi, incontri, che saranno coordinati dal Centro congressi «Giovanni XXIII». Una grande occasione, dunque, anche per San Paolo d'Argon. Fino alle 17 visite guidate, anche domenica dalle 10 alle 13 e dalle 14 alle 17.
All'interno dell'abbazia è inoltre ospitato il Polo formativo regionale del settore nautica. Unico in Italia, il progetto della Fondazione Ikaros nasce con l'obiettivo di valorizzare il settore nautico lombardo attraverso percorsi professionali triennali di Diritto e Dovere di Istruzione e Formazione professionale (con la possibilità di specializzazione per altri uno o due anni) e tutti i servizi al lavoro legati al settore. Sono inoltre in fase di progettazione i percorsi di Liceo Nautico e Istituto Tecnico Navale, oltre a corsi specifici di formazione universitaria quali master o triennali.
«Con la realizzazione del Polo della nautica - dichiara Diego Sempio, presidente Fondazione Ikaros - si intende avviare all'interno dell'abbazia un percorso educativo e formativo volto a fornire una vasta offerta di servizi che integrino l'apprendimento, lo studio, il consolidamento delle competenze e l'inserimento nel mondo lavorativo degli studenti coinvolti. L'obiettivo è valorizzare e sviluppare, nonostante il momento di crisi, uno dei settore di punta del nostro Made in Italy, quello della nautica da diporto, che nella nostra regione conta il maggior numero di aziende attive a livello nazionale. Si tratta di realtà bisognose di personale qualificato e altamente specializzato, non solo nel campo della costruzione e della navigazione, ma anche della componentistica, dell'informatica, della meccanica, del design, dell'elettronica, del marketing e della ristorazione».
Un altro importante traguardo sarà successivamente raggiunto con l'attivazione del Centro Studi e Documentazione sulle Migrazioni. Realtà polifunzionale aperta alla diverse comunità del e nel mondo, il Centro Studi e Documentazione sulle migrazioni si propone non solo come archivio della memoria e della conoscenza, ma anche come polo di studio, informazione e dibattito, centro di spiritualità, connettore di relazioni interculturali e strumento di sintesi tra passato e presente.
«La Fondazione Adriano Bernareggi è stata incaricata dell'allestimento del museo, che avrà una natura multimediale ed interattiva e sarà in grado di offrire al visitatore la possibilità di vivere personalmente l'esperienza della migrazione attraverso un percorso sensoriale che aiuta a comprendere la condizione di chi varca un confine alla ricerca dell'integrazione e di una nuova identità - spiega don Giuliano Zanchi, Segretario generale Fondazione Adriano Bernareggi -. Il museo si configura come uno strumento didattico rivolto principalmente ad un pubblico di ragazzi e giovani, ovvero coloro che vivono ormai quotidianamente l'esperienza della multiculturalità, e offre percorsi interattivi elaborati con la collaborazione dell'Ufficio diocesano per la pastorale dei migranti, rivolti sia alle scuole principalmente secondarie di primo e secondo grado sia a parrocchie e oratori».
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