L'Idv sui fatti di Caravaggio
«Si ripensi il sistema giudiziario»
Il segretario lombardo dell'Italia dei Valori Sergio Piffari e il coordinatore bergamasco Simone Scagnelli commentano in una nota i fatti di Caravaggio, che hanno visto concludersi in tragedia un tentativo di furto ai danni di un imprenditore della città, che ha aperto il fuoco per reazione.
Il segretario lombardo dell'Italia dei Valori Sergio Piffari e il coordinatore bergamasco Simone Scagnelli commentano in una nota i fatti di Caravaggio, che hanno visto concludersi in tragedia un tentativo di furto ai danni di un imprenditore della città, che ha aperto il fuoco per reazione. «È sempre doveroso riflettere sui drammatici fatti che coinvolgono la società in cui viviamo, e domandarsi quali siano le circostanze in cui questi avvengono - commentano in un comunicato i due politici -. È ovvio che nessuno vorrebbe che ci sia mai il bisogno di prendere le armi per difendersi e tanto meno che qualcuno, criminale che sia, ci rimetta la vita. Ma allo stesso tempo pensiamo, oltre alla vittima fisica che si è macchiata del primo reato, anche all'altra vittima che nel difendersi ne ha commesso uno a sua volta».
«È giusto appellare con il termine di “assassino” un cittadino incensurato, che oltre ad essere un imprenditore che vive del proprio lavoro e che mantiene la sua famiglia onestamente, subisce dal 2004 furti di ogni tipo ai danni della sua attività e della sua abitazione? - si domandano -. È giusto che questo cittadino sia rimasto senza giustizia in questi anni? Nessuno potrà cancellare il reato di omicidio commesso, ma è logico domandarsi cosa spinga una persona normale a sparare nel presupposto di difendere il proprio lavoro e la propria famiglia? In troppi, "speculano" su fatti come quelli accaduti a Caravaggio, per "speculare" a fini elettorali sugli eventuali colpevoli, che siano pure gli immigrati in senso lato, o il necessario diritto di difesa da introdurre a chiare lettere nel nostro ordinamento. Ma serve davvero alla classe dirigente ragionare in questi termini?».
«Per come la vedo io - continua il deputato bergamasco – bisogna mettersi in testa che l'esasperazione che ha colpito il tessuto economico nazionale sommato al senso di impunità derivato da uno stillicidio di norme pro-delinquenti, costringono oggi il cittadino, ed è drammatico ammetterlo, a prendere le proprie difese autonomamente. E non saranno di certo la manifestazioni di solidarietà a favore di telecamera o l'incitamento alla militarizzazione dell'abitato a muovere minimamente le cose. L'imprenditore di Caravaggio, non è un assassino e non è una vittima - continua Piffari -. È un cittadino, imprenditore che esasperato dai continui reati subito ha preferito non fidarsi più delle difese che lo Stato sulla carta dovrebbe offrire».
«Per questo motivo – conclude Simone Scagnelli – è arrivato il momento di rimettere seriamente in discussione il sistema giudiziario/penitenziario tanto da renderlo uno strumento di prevenzione realmente efficiente. Sappiamo infatti sull'esperienza maturata, che l'unico deterrente efficace contro la criminalità è la certezza della pena per i delinquenti e non per assurdo per le loro vittime».
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