Aler, allarme Imu: inquilini a rischio
Effetto boomerang sui Comuni

L'Imu bergamasca non tartassa solo i cittadini, ma anche l'Aler. Con l'approvazione delle aliquote e dei relativi regolamenti, il quadro in provincia si è ormai delineato e per l'azienda si dipinge a tinte fosche.

L'Imu bergamasca non tartassa solo i cittadini, ma anche l'Aler. Con l'approvazione delle aliquote e dei relativi regolamenti, il quadro in provincia si è ormai delineato e per l'azienda – che fornisce una casa a circa 6 mila famiglie in difficoltà economiche – si dipinge a tinte fosche.

La maggior parte dei comuni bergamaschi, infatti, ha optato per imporre l'aliquota definita per le seconde case anche agli alloggi di proprietà Aler, con un «impatto devastante sui conti dell'azienda - fa sapere l'Aler - e, di riflesso, per gli inquilini che vi abitano». Al solo Comune di Bergamo Aler verserà oltre 1,9 milioni di euro (contro i 5,4 milioni totali generati dai canoni) e la cifra sfiora i 2,8 milioni se si considera tutto il territorio provinciale: «denaro che andrà recuperato riducendo drasticamente le manutenzioni» spiega l'Aler.

«L'allarme l'avevamo già dato a febbraio, presentando alla stampa il bilancio di previsione – afferma Narno Poli, presidente di Aler Bergamo –. In seguito ci siamo attivati presso le amministrazioni della provincia, sia tramite lettere che con incontri nei comuni nei quali abbiamo più alloggi, per evidenziare la situazione di difficoltà in cui ci saremmo trovati se non ci fosse stato un occhio di riguardo nei confronti delle case popolari. Il bilancio è che quasi nessuno ci ha ascoltato: evidentemente, la maggior parte dei sindaci ha preferito voltarsi dall'altra parte, rinnegando la “funzione di interesse generale, nella salvaguardia della coesione sociale” riconosciuta alle Aler dallo Stato. È un controsenso considerare le case popolari come seconde case».

Per di più, fra i Comuni bergamaschi sembra regnare il caos quanto a Imu: «La sensazione è che nessuno abbia davvero capito cosa fare con gli alloggi Erp - continua Poli -, tanto che le amministrazioni vanno in ordine sparso, rinunciando in alcuni casi alla quota di pertinenza statale o al contrario esigendola per sé».

Un salasso, per Aler Bergamo, che si riversa sugli inquilini: «Quei soldi servivano per le manutenzioni - sottolinea Poli -. Dovremo tagliare 2,8 milioni necessari per la manutenzione straordinaria dei fabbricati. Ciò significa che, per mancanza di interventi, nel medio periodo dovremo dichiarare l'inagibilità per un certo numero di alloggi, che andrà a crescere nel tempo, diminuendo la disponibilità di case popolari».

Un bello smacco per un'azienda che, grazie a un impegno costante nella manutenzione, si trova con un patrimonio in buone condizioni, al punto che nessuno dei 6 mila alloggi in suo possesso è dichiarato inagibile. Ma c'è un aspetto meno percepito dall'esterno eppure di grande rilevanza: Aler Bergamo si sta infatti accollando morosità per circa 2 milioni di euro per il solo 2012, di cui oltre la metà riguarda inquilini residenti nel Comune di Bergamo (la morosità complessiva accumulata negli anni ammonta a 5,8 milioni, di cui 2,46 per inquilini che hanno rilasciato l'alloggio e che quindi difficilmente verranno recuperati).

«Da tempo Aler, conscia dell'attuale momento economico, sta contenendo al massimo il numero degli sfratti in particolare per i nuclei famigliari con presenza di minori e anziani», rivela Poli. Ma con l'introduzione dell'Imu il quadro cambia nettamente: «Se non dovessimo più riuscire a reggere una situazione tanto critica, a causa della graduale erosione delle nostre risorse dovranno essere le amministrazioni locali a farsi carico dei nuclei familiari sfrattati, bruciando gran parte delle risorse corrisposte da Aler», afferma Poli.

Un «effetto boomerang» (per ora solo eventuale) che deriva dalla miopia della gran parte delle amministrazioni bergamasche: «Per cavare a noi 2,8 milioni oggi rischiano di spenderne assai di più domani, quando i sindaci dovranno trovare sistemazioni adeguate e costose per le famiglie sfrattate, facendo rientrare dalla finestra ciò che è uscito dalla porta. Comprendo le difficoltà dei comuni e mi rendo conto che questa è una guerra fra poveri, ma proprio per questo sarebbe stato opportuno trovare una linea di azione condivisa, in cui ognuno avrebbe potuto fare la propria parte.

Purtroppo questo non è accaduto, e a pagarne lo scotto saranno i bergamaschi più bisognosi», conclude il presidente di Aler Bergamo.Nel contempo, persiste una situazione di inefficienze che influisce sull'assegnazione degli alloggi e quindi anche sugli introiti di Aler. «Nel capoluogo è stata infatti superata la quota di 75 alloggi Aler sfitti, dei quali 36 da più di 270 giorni. Questi alloggi, pur di proprietà Aler, devono essere assegnati dal Comune, che tuttavia è in forte ritardo - continua l'Aler -. Per il problema relativo al ritardo nelle assegnazioni, Aler ha dato più volte la propria disponibilità, arrivando a proporre al Comune di distaccare a titolo gratuito alcuni collaboratori presso gli uffici preposti, per informare e formare il personale: tale offerta non è stata considerata. La mancata assegnazione, oltre a disagi verso l'utenza potenziale, determina problemi anche sui conti: ai bilanci Aler solo per gli alloggi non locati mancano 146 mila euro, fatti di canoni non introitati e di spese anticipate e non recuperate».

Inoltre, sugli alloggi sfitti grava una maggiore imposta Imu, che comporta il pagamento per ogni alloggio in media di 700/800 euro a fronte di canoni nulli. Nonostante questo, Aler sta mettendo nella disponibilità della città di Bergamo 107 alloggi nuovi in via Borgo Palazzo, 90 oggetto di rifacimento totale in via Carnovali, 33 la cui costruzione verrà avviata a breve alla Grumellina, per un totale di 240 nuovi alloggi.

© RIPRODUZIONE RISERVATA