Regione, schiarita sul voto
Alle urne il 10 e 11 febbraio

Dopo settimane di incertezze, polemiche, sentenze del Tar e ricorsi, schiarita sulla data delle consultazioni regionali in Lombardia, così come in Lazio e Molise: si voterà il 10 e l'11 febbraio. Una tornata elettorale unica, dunque, per le tre regioni, prima delle politiche di primavera.

Dopo settimane di incertezze, polemiche, sentenze del Tar e ricorsi, schiarita sulla data delle consultazioni regionali in Lombardia, così come in Lazio e Molise: si voterà il 10 e l'11 febbraio. Una tornata elettorale unica, dunque, per le tre regioni, prima delle politiche di primavera.

La strada per arrivare all'intesa è stata lunga e tortuosa. Soprattutto per la resistenza del presidente del Lazio ad indicare la data delle elezioni, dopo lo scioglimento del Consiglio regionale lo scorso 28 settembre. Lo statuto laziale, infatti, assegna al governatore uscente il potere di stabilire quando si sarebbe tornati a votare. Mentre per Lombardia e Molise - anche loro arrivate alla fine anticipata della legislatura, la prima per motivi politici, la seconda per una sentenza del Consiglio di Stato - le normative affidano al ministro dell'Interno, attraverso i prefetti, il compito di decidere quando chiamare i cittadini alle urne.

Sul rompicapo elezioni regionali c'era stato anche un confronto nel Consiglio dei ministri di venerdì scorso. Tra le ipotesi prese in esame anche quella dell'election day con le politiche. A favore dell'idea, la razionalizzazione dei costi; contro, la necessità di ridare quanto prima la parola agli elettori. Si è arrivati così ad un compromesso tra le diverse posizioni in campo.

Per il governatore della Lombardia, Roberto Formigoni, «ora bando ai tatticismi, occorre costruire coalizione con Albertini per vincere». Il segretario del Pd, Pierluigi Bersani, definisce questa «una decisione sensata. D'altronde non credo si potessero lasciare Regioni così importanti senza Governo». Critica, invece, Daniele Santanchè (Pdl): «Alla faccia - lamenta - della sobrietà e del rispetto che questo governo ha nei confronti dei soldi degli italiani a cui ogni giorno chiede lacrime e sangue. L'esecutivo butta 100 milioni di euro per accontentare una parte politica senza mettere al centro i bisogni e gli interessi dei cittadini. Con quei 100 milioni di euro - aggiunge - avremmo contributo a risolvere le necessità degli alluvionati in Maremma che in questi minuti non trovano copertura nella legge di stabilità».

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