Scuola, presidio a Palafrizzoni
Un migliaio di insegnanti e Ata

Insegnanti e personale Ata sono scesi in piazza martedì mattina anche a Bergamo per illustrare le motivazioni dello sciopero generale del 24 novembre. Davanti alla sede del Comune si sono ritrovate centinaia di persone.

Insegnanti e personale Ata sono scesi in piazza martedì mattina anche a Bergamo per illustrare le motivazioni dello sciopero generale del 24 novembre. Davanti alla sede del Comune si sono ritrovati circa in 400, secondo i dati della Questura. Ma il numero è andato poi progressivamente aumentando fino a circa il migliaio.

Il presidio è cominciato intorno alle 8, la lettura dei comunicati verso le 9. Una giornata importante, hanno detto tutti i partecipanti: il mondo della scuola ha scelto la piazza come luogo di partecipazione e democrazia, per far conoscere il malcontento causato dai tagli del governo. La protesta degli studenti è invece prevista nella giornata di mercoledì.

Il programma prevedeva fino alle 12 un'assemblea pubblica aperta a tutto il personale della scuola in piazza Matteotti: iniziativa organizzata nell'ambito di «Aule vuote, piazza piena».

Si tratta della manifestazione «propedeutica» allo sciopero generale del 24 novembre. Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola, Snals e Gilda hanno promosso la mobilitazione per spiegare il malcontento degli insegnanti e non solo.

Tutte le sigle sindacali della scuola si sono insomma ritrovate in piazza Matteotti per un «flash mob» fatto di storie di vita, accuse al governo e rivendicazioni professionali, che «questa mancanza di rispetto da parte di chi vuole cambiare senza ascoltare, con misure che prefigurano un pesante aggravio dei carichi di  lavoro del personale docente, stravolgendo in modo unilaterale e di dubbia legittimità il contratto nazionale di lavoro».

«Oggi dobbiamo gridare con forza che non siamo più disposti a vivere in un Paese in cui il potere politico ci consente solo di vivere in una democrazia di facciata», ha detto Vincenzo d'Acunzo, segretario generale della CISL Scuola di Bergamo.

«Le forze politiche e di governo, con astuzia, attraverso i mezzi di comunicazione di massa  hanno tentato di gettarci   addosso un mare di fango in modo da evitare che le nostre rivendicazioni fossero sostenute da un comune sentire delle famiglie che godono del nostro servizio: ma non ci sono riuscite. Emblematico, ultima  aggressione in ordine di tempo, il tentativo di  invadere, con  forza bruta, un campo che le conquiste di civiltà hanno definitivamente assegnato alla contrattazione e la cultura giurisprudenziale al contratto, con l'intento di modificare dall'alto, e con violenza inaudita, il nostro orario di lavoro. Solo la nostra reazione, sostenuta anche da alcune forze politiche, ha impedito che il disegno fosse portato a termine».

«Questo risultato - sostiene D'Acunzo - tuttavia non ci consente di abbassare la guardia: dobbiamo a tutti i costi continuare a ricercare e a mettere in atto forme di partecipazione,  ad esempio come questa, che diano forza alla difesa dei diritti e, contestualmente, facciano avanzare un importanti investimenti in un settore formativo chiamato ad attrezzarsi per sviluppare le necessarie competenze  richieste ai giovani nel mercato mondiale. Ieri Gelmini, oggi Profumo, domani chissà: il nostro basta si rivolge a quanti hanno saccheggiato la scuola e a quanti stanno saccheggiando i pilastri di una società democratica e, tra questi, la contrattazione, che è alla base della ricerca di una condivisione di un percorso, e il rispetto degli impegni assunti».

L'intervento di Tobia Sertori (Flc Cgil)

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