Il tragico litigio di Mozzanica
«Tra i fratelli continui screzi»
«I toni della discussione si sono fatti sempre più forti, sentivo urlare i due fratelli e le loro donne». È la testimonianza di un vicino, che abita proprio sopra quello della famiglia dove si è registrato il fatale litigio di Mozzanica.
«I toni della discussione si sono fatti sempre più forti, sentivo urlare i due fratelli e le loro donne, fino a quando ho udito il rumori di oggetti spostati, sedie e altro, senza immaginare che a pochi metri stava accadendo qualcosa di grave: una tragedia».
Questa la testimonianza di Stefan Coman, romeno di 42 anni, che abita con moglie e figlio nell'appartamento proprio sopra quello della famiglia nigeriana. Da quattro anni risiede a Mozzanica nell'abitazione il cui ballatoio si affaccia sul cortile di via Ceresoli 13.
Joseph Kolade, il ventottenne nigeriano che sabato pomeriggio a Mozzanica ha innescato una lite furibonda col fratello Daniel, di due anni più grande, deceduto qualche ora dopo per un arresto cardiaco, ora si trova in carcere in stato di fermo. Il fratello era affetto da miocardite, e forse il suo cuore non ha retto allo stress psicofisico causato dall'aggressione. L'ipotesi di reato formulata dal sostituto procuratore Fabio Pelosi al momento è quella di omicidio preterintenzionale, in attesa che l'autopsia e le indagini dei carabinieri della compagnia di Treviglio chiariscano l'esatta dinamica dei fatti.
Il muratore romeno invece sabato si trovava in sala quando è stato richiamato dal frastuono proveniente dai locali sottostanti. «All'inizio non mi sono preoccupato più di tanto, visto che periodicamente ormai da qualche mese i due fratelli litigavano – ha raccontato il romeno – e soprattutto il sabato pomeriggio. Però a un certo punto il litigio è stato particolarmente violento e rumoroso perciò mi sono affacciato al balcone e sono stato ad ascoltare e verificare cosa stava succedendo, poi dopo alcuni minuti è arrivato il silenzio».
«Alcuni mesi fa – aggiungono i vicini – c'era stato un altro violento litigio e così avevamo chiamato i carabinieri, pronti nel venire a fare un sopralluogo e a sedare i rancori tra i due. Purtroppo sabato il fatto si è verificato ancora, ma questa volta ha avuto un epilogo tragico che ci addolora profondamente».
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